Lo so. Dall’alto della mia gattezza so che c’è stata un’era in cui gli uomini si dividevano in due categorie di persone: VIDEO e GIOCO. Non c’era spazio per stare nel mezzo, perché il videogioco si stava trasformando, evolvendo e, per miao, bisognava prendere una decisione, scegliere da che parte stare. Quei giorni non molto lontani sono passati? Meo, direi che la situazione oggi è migliorata, eppur tuttora i videogiocatori possono essere divisi in queste due filosofie di pensiero, segno che il videogioco non ha ancora trovato una sua identità ben precisa, ma siamo sicuri che debba farlo?
VIDEO
I gattacci che sposano questa corrente di pensiero ricercano opere che suscitino più del mero divertimento. Storie e personaggi capaci di emozionare e toccare i baffi, video ed esperienze cinematografiche sono gli elementi più importanti. Una buona trama può rendere un gioco memorabile, poco importa se il gameplay è deficitario o se si è costretti a rimanere minuti e minuti con le zampe in zampa senza fare nulla.
GIOCO
I gattacci che sposano questa corrente di pensiero ricercano opere che si basano totalmente sulla parte ludica, intrinseca dei videogiochi. Le storie non sono importanti (per quelle ci sono i libri e i film, miao!). Tutto ciò che conta è la giocabilità. Niente filmati, niente esperienze di stampo cinematografico. Stare con le zampe in zampa già solo un secondo è inaccettabile.
Chi ha ragione? Amici dei gatti, come sempre, la risposta è ovvia: nessuna delle due filosofie. Entrambe, infatti, estremizzano. E ciò non è mai un bene. Socchiudete gli occhi, lustratevi il pelo, abbassate i baffi e alzate le orecchie: immaginatevi ora che il futuro dei videogiochi sia costituito solamente da titoli come Heavy Rain o Until Dawn, nient’altro. Si tratta di una prospettiva spaventosa, non siete miaccordo? Allo stesso modo di un mondo in cui uscissero solo titoli del tipo di Super Mario Bros. o Tetris.

L’unione fa la forza
Forse i vostri baffi penderanno più verso la parte VIDEO o la parte GIOCO, ma un mondo dominato da un’unica corrente di pensiero videoludico sarebbe sbagliato. Miaone se lo sarebbe. Il videogioco è una forma di intrattenimento speciale, che ancora può riservare qualche sorpresa. È ancora possibile sperimentare.
Scegliere una filosofia piuttosto che un’altra rientra anche nei gusti. È giusto lasciare ad ogni micio la possibilità di scegliere che esperienze fare, sia essa un film interattivo o una difficile prova di abilità. In ogni miao, non sarebbe giusto gettare al vento l’evoluzione dei videogiochi (per quanto molti gattacci la ritengano un’involuzione). Gli scenari odierni sono molteplici, tra mercato mobile, indie, console, PC e tutti i sotto-strati annessi, c’è spazio davvero per i gusti di ciascuno di noi, gatto, uomo, alieno o bimbominkia. La via giusta non è limitare, ma variegare. Tante esperienze diverse fanno solo bene, a tutti quanti.

In mezzo alla via
Generalizzando (perché poi sappiamo che ogni genere è un caso a sé), secondo un vecchio gatto come me, la strada più saggia sarebbe quella di valorizzare il videogioco in tutte le sue forme. VIDEO-GIOCO. Lo dice la parola stessa. Le due correnti di pensiero andrebbero unificate. Sacrificare il gameplay per concentrarsi solo sull’inscenare trame alla Hollywood è sbagliato, ma lo è anche la visione opposta. La via di mezzo rappresenta probabilmente ciò che il videogioco è in parte oggi, ma soprattutto sarà domani: una forma di intrattenimento matura capace di veicolare emozioni e riflessioni grazie all’unione organica di storie degne e gameplay raffinati. Non più un semplice passatempo, ma nemmeno un banale scimmiottamento del cinema.
“VIDEO o GIOCO? La verità sta nel mezzo” – Joker, il Gatto senza Padrone

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