Ok, ho finito, rifinito e platinato Uncharted 4: Fine di un Ladro. Ok, The Last of Us è una roba diversa rispetto alle avventure di Nate, ma la mano di Naughty Dog c’è e si vede benone in entrambi i titoli. Uncharted 4, infatti, deve tanto all’esperienza che il team ha maturato con The Last of Us. Ma ok, alla fine chi se ne frega di cosa è meglio tra Uncharted e The Last of Us, sono pur sempre esperienze differenti, quello che conta è che Uncharted 4: Fine di un Ladro sia il miglior Uncharted di sempre, giusto? Giusto, giusto e sì, probabilmente lo è
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Premessa: chiarisco la mia posizione su The Last of Us. Se avete letto il mio articolo sul gioco, saprete che il viaggio di Joel ed Ellie mi ha inizialmente convinto solo in parte. Tuttavia, giocata dopo giocata ho apprezzato sempre di più questa avventura post apocalittica e ora la considero una delle migliori della passata generazione. Quello che mi preme ogni volta sottolineare è semplicemente il fatto che ritengo esagerata quell’aura di intoccabilità e sacralità che è stata affibbiata al titolo. Fine premessa.
Avete visto le foto che ho scattato al gioco?
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La Fine di…
Ho già detto cosa penso della serie di Uncharted e al contempo vi ho parlato della mia “sindrome del primo giro dei giochi Naughty Dog”. Bene, anche se non ve ne fregherà niente, sono lieto di annunciare che Uncharted 4 non è solo la Fine di Nathan Drake, ma anche della mia sindrome (vedremo se tornerà con il prossimo lavoro dei cani). Già, perché Uncharted 4 mi ha appassionato dal primo istante, ma proprio il primo istante eh. Si tratta di un’opera davvero notevole. Ha la storia migliore della saga (non che ci volesse molto), i combattimenti più divertenti della saga, gli enigmi più carini della saga, le ambientazioni più belle della saga, la boss-fight più bella della saga, la sequenza spettacolare più bella della saga e potrei continuare, ma non lo farò. No, perché come per The Last of Us basta aprire il web per trovare fiumi di lodi sull’ultima avventura di Nathan. E stavolta sono abbastanza d’accordo. Ci troviamo indubbiamente dinnanzi a un titolo imponente, curatissimo e meritevole di elogi.
C’è una cosa però che mi pare non sia stata fatta notare nelle recensioni e cioè che Uncharted 4 prende davvero tanto da The Last of Us. In un certo senso è più simile a quest’ultimo che agli altri Uncharted. Per stessa ammissione di Naughty Dog, abbiamo una trama che punta i riflettori sui rapporti tra i personaggi più che sulla ricerca del tesoro in sé; abbiamo fasi più esplorative, discussioni opzionali, uno stealth degno di questo nome e perfino gli odiosi spostamenti di casse per raggiungere zone sopraelevate. Fortuna che almeno qui c’è un bel rampino a movimentare un po’ le cose. In generale è la struttura a ricordare più The Last of Us che altro, con aree da combattimento più libere e aperte a diversi approcci, meno munizioni, esplorazione con collezionabili (non solo tesori), un ritmo più lento e contraddistinto da fasi più riflessive, soprattutto nei primi capitoli che, per inciso, a me sono piaciuti. Cristo, si capisce anche dal menu principale, in perfetto stile The Last of Us, per non parlare di alcune ambientazioni decadenti. Chi parla di more of the same non l’ha giocato, per forza. È sempre Uncharted, ovvio, ma le novità e le differenze sono diverse.
Uncharted of Us
Uncharted 4 è anche figlio di Left Behind, come denotano le scelte multiple in alcuni (pochissimi) dialoghi o la “sparatoria” con la pistola giocattolo nel capitolo 4, un momento in grado di tratteggiare divinamente la personalità di Nathan, schiacciato da una vita decisamente troppo normale per lui. Un espediente che ho apprezzato davvero molto. La presenza di documenti che arricchiscono la storia è un altro punto in comune con The Last of Us. Uncharted 4 è dunque un po’ un mix tra l’Uncharted classico e The Last of Us. È un mix riuscito? A mio parere sì, anche se qualcosina da ridire ce l’ho.
In particolare le ambientazioni più aperte e grandi (molto, ma molto più grandi anche di quelle di The Last of Us) rischiano di spezzare troppo il ritmo dell’azione. Uncharted è sempre stato un gioco dove l’azione era quasi sempre preponderante su tutto il resto. In Uncharted 4 abbiamo meno sparatorie e più sequenze platform, che seppur migliori di quelle passate rimangono molto guidate e basilari, il che va anche bene per lo stile cinematografico, ma forse toglierne qualcuna non avrebbe guastato. Gli scontri, invece, sono tutti di ottima fattura, soprattutto grazie a un level design quasi sempre fantastico e una buona distruttibilità ambientale. Stavolta qualche sparatoria in più avrebbe giovato; un’assurdità per un Uncharted! L’esplorazione delle location, infatti, può portare via molto tempo e così si possono passare intere sessioni di gioco sparando poco o addirittura per nulla. È un “problema” relativo, certo, anche perché giocando l’avventura spediti, senza perdersi a esplorare ogni angolo, il ritmo cambia sensibilmente, lasciando spazio a pochi veri momenti morti. E Uncharted 4: Fine di un Ladro è uno di quei casi lampanti di quanto la longevità sia soggettiva: alla prima run a Difficile ci ho messo circa sedici ore esplorando per bene, durante la speedrun l’ho finito in circa cinque. La modalità foto e le tante personalizzazioni (tra filtri grafici di ogni tipo e trucchi) sono un altro valore aggiunto e innalzano la rigiocabilità.
Spettacolare, ma…
Le sparatorie sono sicuramente le più belle della saga e l’implementazione (finalmente efficace) dello stealth rende gli scontri più vari e dinamici. L’unico appunto che mi sento di fare riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici, che mi sono sembrati meno reattivi (e più stupidi) rispetto a The Last of Us (parlo delle fasi stealth), che però non vanta di certo la libertà e la verticalità concessa a Nate (comunque a difficoltà Devastante sono più svegli e spesso ti fanno il culo). Permane inoltre il fastidioso difetto degli alleati invisibili, anche se capita più raramente che con Ellie. Inoltre a volte compaiono alla cazzo per tenere il passo del giocatore. Alcune cose, insomma, spezzano l’illusione. Per dire, una volta mi è capitato di ammazzare un tizio facendolo cadere vicino ad altri due tizi, i quali non hanno battuto ciglio. Una cosa piuttosto brutta da vedere; come dice L’Alieno, sul versante IA c’è ancora tanto lavoro da fare.
La vera cosa che mi ha lasciato l’amaro in bocca è tuttavia un’altra, ovvero la carenza di sequenze altamente spettacolari. Da questo punto di vista mi aspettavo qualcosa in più, lo ammetto. Non fraintendete, tutto il gioco è spettacolare e non dico di esagerare come con Uncharted 3, ma una o due in più non avrebbero fatto male, soprattutto considerando il timbro più diluito dell’esperienza. Se penso al terzo capitolo mi viene in mente lo Château in fiamme, l’inseguimento con Talbot, la nave da crociera, l’aereo, il convoglio, la città che crolla… in Uncharted 4 di memorabili me ne vengono in mente giusto due, forse tre. Ci sono altri bei momenti, ma durano davvero troppo poco per poter risultare efficaci.
SEGUNO ALCUNI SPOILER – SALTA IL PARAGRAFO SE VUOI EVITARLI!
Più che altro ho visto alcune occasioni mancate, mi è sembrato che l’azione si interrompesse sul più bello in più di un frangente. Per esempio quanto sarebbe stato figo se alla fine del capitolo dell’asta a villa Rossi ci fosse stato un inseguimento in auto giocabile sulla costiera amalfitana? Stesso discorso per la fuga con l’aereo dalla Scozia, una sezioncina ad alta quota ci sarebbe stata bene, magari pilotando l’aereo o sparando da esso mentre si veniva inseguiti da degli elicotteri. Oppure se il vulcano in Madagascar fosse stato attivo? Ve lo immaginate? Magari scappando con la jeep evitando macerie e lava. In Uncharted ormai mancava solo una scena con la lava, diamine! Ma la cosa che mi ha più “deluso” è stata la mancanza di un set-piece alla fine. Sì, c’è il memorabile e fighissimo, davvero fighissimo, scontro tra le navi che si conclude con il fuggi fuggi da cardiopalma con il blindato, in stile Crash Bandicoot, ma poi? Mi aspettavo un finale roboante che magari ampliasse quanto visto nel prologo, con una spericolata fuga tra le carcasse delle navi a bordo di un motoscafo fra mille esplosioni e proiettili, e invece tutto si calma con un capitolo (il 21) abbastanza inutile e si conclude con una boss-fight più “intima” che epica, comunque molto carina e sorretta da un’idea vincente.
Il problema non è infatti il duello con le spade, anzi, è che dopo ci voleva un’altra sequenza esplosiva, ma ormai abbiamo capito che con The Last of Us Naughty Dog ha preso una certa strada e sembra non voler tornare più indietro. Quindi la delusione è più per il fatto che l’apice del gioco si ha verso la metà, con l’eccezionale inseguimento in Madagascar. Peccato che l’abbiano spoilerata all’E3, perché si tratta probabilmente della miglior scena di azione mai vista in un videogioco. Una vera goduria che, al contrario di come potrebbe sembrare, lascia una certa libertà di manovra al giocatore, non ti lascia mai l’impressione di non star giocando come poteva accadere alle volte in Unchy 3. Davvero uno spettacolo. In Uncharted 4, infatti, tutto è molto meno scriptato. Ottimo lavoro cagnacci!
La Fine di un Ladro cazzone (FINE SPOILER)
Le scene assurde ci sono ancora, vero, ma l’impressione è che Naughty Dog abbia viaggiato più con i piedi per terra. C’è la voglia di avvicinarsi a qualcosa di più realistico. Sebbene i protagonisti siano sempre dei provetti Tarzan (eccetto il buon Sully), i combattimenti sono gestiti in modo diverso dalle vecchie avventure. Tra le altre cose, abbiamo meno ondate infinite di avversari e in alcuni frangenti è possibile superare i nemici senza farsi notare o scappando… senza bisogno di ammazzare nessuno; meno male che almeno gli ultimi capitoli regalano una festa di piombo!
Ci sono poi i toni più malinconici, i dialoghi più seri e le continue citazioni (forse troppe?) al passato dello studio (ma anche ad altre opere). Si percepisce in qualche modo la voglia di Naughty Dog e di Nathan Drake di voltare pagina, come a dire “Non siamo più bambini, è ora di comportarsi da adulti”. Ok, però Uncharted era bello anche per la sua spensieratezza, che qui è meno presente. A volte nei dialoghi tra i personaggi sembra quasi la stessa Naughty Dog a parlarci, soprattutto attraverso Nathan Drake. Tutto in Uncharted 4 sembra non dare spazio a dubbi: è la fine di Nate come lo conoscevamo. E la malinconia sale, perché abbandonare un personaggio che si è imparato ad amare nel corso degli anni, dal 2007 a oggi, non è mai facile. Ma prima o poi bisogna avere il coraggio di mettere la parola fine.
SPOILER SUL FINALE DI UNCHARTED 4 – NON LEGGERE IL PARAGRAFO SE NON VUOI SPOILERARTI IL GIOCO
L’epilogo di Uncharted 4 mi ha riportato alla mente il prologo di The Last of Us. Se l’avete giocato penso possiate immaginarvi il perché. Di primo impatto mi è sembrato un finale banale, e forse lo è, ma forse non c’era modo migliore per chiudere le vicende. Nate è maturato, è una persona normale che si è lasciata il passato alle spalle. Ma dal passato non si può scappare (vero Joel?). Soprattutto, però, è un padre e il tempo delle cazzate e delle azioni illegali è finito… non ne vale la pena. È un finale calmo, senza colpi di scena. È un finale alla Uncharted. Un happy ending. Lo lasciamo così Nate, sistemato, con una moglie, una figlia e un cane (il cane più realistico che abbia mai visto in un videogioco, complici gli effetti sonori a dir poco impressionanti, ma in fondo da uno studio che si chiama Naughty Dog c’era da aspettarselo). Lo lasciamo in pace, immerso in un’ambientazione da sogno, ma sempre con quell’immancabile spirito per l’avventura, perché va bene una vita normale, ma non troppo.
Pensieri sparsi: Bello che Nate faccia riferimento alla voglia di comprarsi un cane durante il capitolo nel mercato dicendo che lo chiamerà Victor. Tra l’altro avete notato che si chiama Vicky perché è femmina? Poi ho trovato il flashback in cui Sam lo “ribattezza” Nathan Drake davvero emozionante, così come l’unico colpo di scena del gioco: la bugia di Sam. Ammetto che a ‘sto giro mi hanno fregato, geniale il fatto di farti giocare la fuga dalla prigione con Sam, non avevo pensato che potesse essere una menzogna. Che pollo che sono, ma è stato decisamente meglio così.
Nostalgia can-aglia (FINE SPOILER)
Se c’è una cosa che Uncharted 4 fa bene è quella di giocare continuamente con la nostalgia del giocatore, tra foto, tesori delle avventure passate, citazioni… cavolo basta vedere Elena, Sully e Nate di nuovo insieme per farsi travolgere dalla malinconia, perché lo sappiamo: è l’ultima volta (ma c’è ancora un DLC da scoprire). In un certo senso Uncharted 4 è un po’ la summa di tutte le precedenti avventure e, come dicono Nate e Sam, “Ne abbiamo fatta di strada”. Cazzo, se ne abbiamo fatta. Dal primo Uncharted a questo Uncharted 4 c’è un abisso. A pensarci ora, in confronto Drake’s Fortune sembra un giochino per smartphone. E il motto della serie – Sic Parvis Magna – si dimostra quanto di più azzeccato possa esserci: “da umili origini verso grandi imprese”. Ed è così. Diavolo, se lo è.
Addio Nate, ci mancherai!
Un momento, no, non mi sono dimenticato di dare un senso al titolo dell’articolo… va bene, me ne ero quasi scordato. Quindi è meglio Uncharted 4 o The Last of Us? Atmosfere e storie troppo diverse per fare confronti e bla bla bla, ma chi se ne frega, dai, ormai facciamolo ‘sto giochino.
PROLOGO: il mio voto va a The Last of Us, sicuramente più toccante ed emozionante di quello di Uncharted 4 (che per me finisce con i titoli di testa). Nate e soci si difendono comunque benissimo, perde solo perché preferisco le atmosfere apocalittiche.
STORIA: il mio voto va ancora una volta a The Last of Us. Per quanto possa criticare la trama di The Last of Us, la storia di Uncharted 4 è comunque una caccia al tesoro non particolarmente eclatante, per me. Si salva per i dialoghi, il rapporto tra i personaggi e alcune chicche registiche niente male, ma complice le tematiche ritengo The Last of Us complessivamente superiore, per quanto ugualmente stereotipato, finale escluso.
GAMEPLAY: questa volta mi sento di premiare Uncharted 4. Trovo che il gameplay sia più divertente e vario rispetto a The Last of Us.
SONORO: dico Uncharted 4, c’è una cura per gli effetti sonori a tratti davvero impressionante. Poi alcune tracce durante i combattimenti gasano di brutto! Il main theme di The Last of Us, però, è insuperabile. Inutile fare un confronto grafico, vista la generazione di differenza e la magnificenza visiva di Uncharted 4, che è senza dubbio la cosa più bella che abbia mai visto (specifico: non gioco su PC). L’unico neo tecnico di Unchy 4 è la gestione delle ombre.
EPILOGO (piccoli spoiler): qui scelgo The Last of Us, è più coraggioso e lo trovo perfetto. L’epilogo di Uncharted 4 resta comunque una più che degna conclusione per la saga e trae la sua forza dalla nostalgia per il passato, solo per questo potrebbe colpire i fan più di quello di The Last of Us. Pensate a quando rigiocheremo Uncharted 4 tra qualche anno e lo rivedremo, già mi viene il magone. Chi non ha giocato gli altri Unchy non può capire la malinconia.
Allora: Uncharted 4 o The Last of Us? Se guardiamo quanto detto sopra dovrei dire The Last of Us, ma racchiudere un’esperienza in un elenco a compartimenti stagni è inutile. Così a caldo, infatti, darei la mia preferenza ad Uncharted 4, se non altro perché mi ha divertito, impressionato e appassionato molto di più pad alla mano, per giunta sin dalla prima giocata! Evito praticamente sempre di usare la parola capolavoro, ma questa volta mi sento quasi di farlo… quasi. Quindi attualmente mi sento di dire Uncharted 4 (che per me è già il gioco dell’anno), ma anche un pareggio potrebbe andare. Voi che dite?
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La mia esibizione a Tu Si Que Vales!
https://youtu.be/5_beVrJCvE4
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Kapoalaovoro!1!!11!!!
Mmao, un po’ mi hai incuriosito. Sembra meglio degli altri Uncharted…
Beh intanto complimenti per la bellissima analisi, però mi sento di dissentire con la tua considerazione secondo la quale uncharted 4 ha i migliori enigmi e il migliore boss: mi viene in mente la sala con il gioco delle prospettive dell’uomo con la lancia in uno degli ultimi capitoli di uncharted 3 e lazarevic in uncharted 2… Ad ogni modo io mi sentirei di favorire the last of us sia dal punto di vista delle emozioni che suscita che per quanto riguarda l’ampiezza della trama ( compresi documenti, dialoghi e storielle parallele all’interno dei capitoli ad es quella di ish nel capitolo delle fognature )
Ciao, grazie! 🙂 Alla fine credo sia questione di gusti. Per me gli enigmi più carini (migliori non so) li ha il quarto, ma la serie non ha mai brillato da questo punto di vista. Su Lazarevic invece mi sa che abbiamo visioni proprio opposte: per me quella boss fight è proprio bruttina e un po’ inadatta per l’impronta di Uncharted.