Come ormai dovreste sapere, da fan numero uno di The Legend of Zelda, il 26 settembre mi sono buttato a capofitto nella nuova avventura della serie: The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. Si tratta del primo capitolo in cui la principessa Zelda è protagonista assoluta e personaggio giocabile. Una scelta vincente?

Uno Zelda minore
Usare Zelda è un’idea molto carina, che effettivamente mancava alla serie (no, i titoli per CD-i non contano). L’unica eccezione fu Spirit Tracks, in cui si poteva controllare la principessa, anche se indirettamente diciamo; non aveva la stessa importanza che qui ovviamente. Qui ha reali ripercussioni sul gameplay, in particolare sui combattimenti. Per quanto sia ancora possibile affrontare le minacce armati di spada e arco, la maggior parte delle volte si andrà per via indiretta. Come? Evocando mostri e oggetti grazie a un particolare bastone magico, che permette a Zelda di memorizzare ogni elemento utile per creare al bisogno delle repliche. Un’idea che rende l’esperienza interessante e fresca.
Al di là di questa meccanica alla base del gioco, però, The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è un episodio abbastanza classico. Nel senso: fonde alcune idee degli ultimi capitoli con le esperienze passate. Il risultato è un capitolo godibilissimo, coinvolgente, bellissimo e divertente da giocare. Tuttavia, manca un po’ di inventiva, un po’ di quell’estro e genialità che ha contraddistinto, per esempio, Tears of the Kingdom. Echoes of Wisdom è a tutti gli effetti un titolo minore all’interno della saga, più vicino alle esperienze portatili (a mio parere, qualche gradino inferiori a quelle principali). E va bene così. Di certo non mi aspettavo nulla di diverso. L’opera resta comunque fantastica.

Siano lodati i dungeon!
La storia è gradevole e verso la fine porta alcuni spunti decisamente interessanti (tra l’altro, e non per fare spoiler, la Triforza torna a giocare un ruolo nelle vicende, finalmente!!!). La cosa più bella, però, è il ritorno dei classici dungeon. Quanto mi erano mancati! Peccato che, a mio parere, non brillino per complessità e ispirazione. Difficile pretendere qualcosa al livello dei migliori capitoli 3D, tuttavia i picchi più alti della serie sono abbastanza lontani. Soddisfacenti, insomma, ma non troppo. Uno dei difetti di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, secondo me, è la difficoltà. Il gioco è un po’ troppo semplice. Preferisco così rispetto a dovermi sorbire continui momenti di frustrazione, ma l’avventura in generale non offre una sfida sempre appagante, a causa della semplicità di alcuni passaggi. Una scelta che, forse, sembra voler andare incontro a un pubblico più giovane e inesperto.
Un altro appunto che mi sento di muovere, riguarda la longevità. Avrò impiegato meno di una ventina di ore per giungere ai titoli di coda (dedicandomi anche a missioni secondarie). Un po’ poco per uno Zelda. È probabilmente uno degli Zelda più corti; a dimostrazione della sua natura “minore”. Le attività secondarie spaziano dalla inutilità (quasi si completano da sole per semplicità e brevità) ad alcune molto più carine e appassionanti. in generale, non è un gioco ricco di cose da fare e vedere e c’è una certa ripetitività dietro ad alcune meccaniche. Al momento, mi sto dedicando alle sfide accessorie (AGGIORNAMENTO: l’ho finito al 100% in meno di cinque giorni). Credo che alcune ricompense siano un po’ inutili una volta completato il viaggio principale, ma vabbè. Anche il sistema di combattimento diverso può rischiare di coinvolgere di meno il giocatore. Non lo boccio, perché ha il suo motivo di esistere ed è una variante interessante, però a volte può rischiare di restituire un effetto negativo. Vi faccio un esempio: in alcuni momenti della boss fight finale mi sono sentito un po’ escluso… Ma forse è parte del suo fascino!

Infine, la veste estetica è efficace per quel che riguarda ambientazioni e oggetti. Il design dei personaggi, invece, non mi ha convinto.
La prima vera avventura di Zelda!
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è un valido capitolo della serie. Il gameplay è solido e divertente, l’idea delle repliche originale e stimolante, la storia gradevolissima. In generale, il gioco appassiona e coinvolge. Peccato per alcuni aspetti che lo rendono a tutti gli effetti uno Zelda minore, come una longevità insoddisfacente (ne avrei voluto di più!) e forse degli enigmi, delle boss fight e delle trovate meno brillanti rispetto ai capitoli più grandi (e non solo). Comunque la si veda, però, alla fine non si può negare che ogni gioco di Zelda sia a suo modo unico e inimitabile. È stato un piacere Zelda!