The Last of Us è un gioco da dieci? Anche no!

Su Merdacritic The Last of Us ha una media di 95/100 con molte testate (italiane e non) che lo hanno accolto con un perfect score. Su 98 recensioni solo una rientra nella “fascia gialla” e rappresenta anche il voto più basso dato al titolo, una misera sufficienza. Ma di voti importa poco. Quello che suscita il mio interesse è l’isterismo. Sì, sì, l’isterismo. Perché dei voti chi se ne frega, ma se poi vedo inneggiare ogni minima cosa di The Last of Us alla “cazzofigata” e leggo ripetutamente, RIPETUTAMENTE, cose come “la miglior storia mai vista in un videogioco” al mio cervello arriva un impulso che mi provoca la stessa sensazione di quando leggo l’ennesimo simpaticone che, qualsiasi sia l’argomento, se ne esce con “ma i marò?” credendosi pure divertente. Avete rotto il razzo e The Last of Us non è la cazzofigata che pensate.

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LEGGI ANCHE LA MIA OPINIONE SU THE LAST OF US PARTE II.

Tu cosa dici, Joel: è da dieci?
Tu cosa dici, Joel: è da dieci?

NOTA: SE NON TI IMPORTA DELLE STORIE REDAZIONALI SALTA IL CAPITOLO

Tutto è cominciato ieri pomeriggio, quando uno scherzo del destino ha fatto sì che la mia strada si incrociasse con quella di Gino (se non lo avete fatto, ascoltate il suo podcast su Minecraft, dura poco e ne vale la pena), che ovviamente mi si è subito appiccicato addosso. Dopo averlo ignorato per più di mezz’ora annuendo a ogni castroneria da lui proferita, il volume dei miei pensieri si è abbassato, tanto da permettermi di udire le seguenti parole (più o meno): “Dopo che Sonia ha annunciato The Last of Us Remastered Remastermio cuggino mi ha prestato Last of As, è fikissimo! La storia è stupenderrima, Joe è ganzissimo. I Nagghy dog sono troppo bravih! Ci ho giocato solo cinque minuti perché poi dovevo andare a postare sui forum per dire quanto fosse il gioco più strabello che c’è. Cioè non si può dare meno di 10, è un gioco perfetto, cioè sembra un film, cioè forse è pure meglio di Minecraf e Callo of Duti! Grande Nigga Dog!”

https://youtu.be/rNMFIgrFq9g

Stavo già per sfoderare la spada laser per farlo a fettine, ma poi ho lasciato perdere. In fondo a Gino gli vogliamo tutti bene. Comunque, The Last of Us è un bel gioco, è un gioco che ogni tanto mi viene voglia di riprendere in mano non so neanche io bene il perché, ma è un capolavoro? Mmm.

Perché non da dieci? (SPOILER)

Qui bisogna tornare all’estate 2013. Il sole si ergeva alto nel cielo, gli uccellini cinguettavano e io mi stavo pisciando sotto dalla voglia di giocare The Last of Us. Oh, se tutti dicono che è bellissimo da giocare e ha una storia magnifica, inevitabilmente un po’ di hype sale anche a me. Perché io sono uno di quelli che se in un videogioco trova anche una bella trama non può che esserne molto, molto, molto felice. Molto (infatti ho amato Life is Strange). E invece… ma partiamo dal principio, ovvero dal prologo: bello, emozionante, toccante, quasi mi scende la lacrimuccia per la morte della figlia di Joel. Scena girata benissimo, che colpisce e apre in modo cinematografico l’avventura.

Poi boh, la crudezza iniziale lascia spazio a un ritmo blando, forse troppo e soprattutto le prime ore di gioco possono risultare noiose. Sì, tutta la parte con quella rompipalle di Tess. Maronn! Quando è morta non è che facessi salti di gioia, ma neanche me ne fregava granché. Il ritmo è comunque abbastanza “pesante” per tutta l’avventura, però ci sta, non è Uncharted. E c’è una cosa che mi ha colpito positivamente nelle prime ore: la pesantezza dei combattimenti. Gli scontri a fuoco sono più realistici della maggior parte dei titoli che ho giocato e non è certo poco. Dal lato gameplay, infatti, The Last of Us si difende bene, è generalmente buono, ma non raggiunge mai picchi di eccellenza e nemmeno tenta di proporre qualcosa di nuovo nel panorama. E non mancano momenti morti tra camminate e scale da posizionare. Devo ammettere che all’ennesima scaletta o zattera per Ellie mi sono un po’ rotto gli zebedei. Ma sì dai, in fondo The Last of Us non avrà una giocabilità profondissima, avrà una poca varietà di nemici, alcuni problemi nel ritmo e nell’intelligenza artificiale (quella alleata soprattutto), ma è un gioco divertente e solido. Forse sembra un po’ troppo costruito a compartimenti stagni, però dai, ce la si passa via. Eppure qualcosa ha compromesso la mia prima esperienza con The Last of Us ed è proprio la tanto decantata storia.

the last of us non da dieci

Sarà per le alte aspettative, ma non ce l’ho fatta: la ragazzina che è stata morsa, ma si scopre immune dal virus e quindi unica salvezza per l’umanità mi ha ucciso. Insomma, una trovata tanto originale quanto i film dell’Asylum. Non so che dirvi, ma da quel momento in poi la storia di The Last of Us mi è scaduta di colpo. È solo il pretesto, il motore per far partire il viaggio, eppure no, no e ancora no. Non riesco a giustificarlo. Perché poi i cliché continuano ad arrivare.

Banalità a profusione dal post prologo fino all’inverno. Nulla di nuovo, nulla di originale. Idee pescate un po’ qua e un po’ la. Tutto già visto e non particolarmente interessante, tutto si trascina fino all’ottimo inverno. Poi si sa: a Naughty Dog piacciono gli stereotipi, quindi scemo io che dopo aver letto recensioni entusiastiche che parlavano di vette narrative mai toccate prima, ci avevo creduto o sperato. L’idea del fungo parassita è anche carina, ma la storia non si concentra su questo aspetto, si concentra su Joel ed Ellie. E ok, va bene, però non è una giustificazione per cui tutto il resto abbia il sapore di un semplice compitino di terza media, soprattutto quando sento che la cosa mi pesa. Bastava solo un pizzico di coraggio in più.

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Però i cagnacci sono bravi, molto bravi, ma soprattutto sono furbi. Sanno raccontare, sanno confezionare storie stereotipate e renderle più belle di quanto in verità non siano. Come? Ottimi dialoghi, personaggi a cui ci si affeziona subito, recitazione digitale da oscar e filmati così coinvolgenti da far invidia a Hollywood. Tutto è credibile e realistico. E il finale? Vogliamo parlarne? Beh, quello mi è piaciuto, magari non immediatamente, ma giusto il tempo di metabolizzarlo un attimo e sì, ci siamo. Sembra troncato, ma in realtà se lo si sa guardare bene si capisce che è una chiusura di un certo stile. Imprevedibile? Visto l’andazzo delle battute conclusive, no di certo, ma va bene, è comunque qualcosa di un po’ diverso dal solito. Perché, in fondo, dall’inverno in poi The Last of Us ingrana una buona marcia. Solo allora mi è sembrato di vivere un’esperienza davvero interessante, sia a livello ludico che narrativo. Meglio tardi che mai?

Ma questa è stata solo la mia prima esperienza con il gioco. Poi l’ho rigiocato scevro di aspettative e mi è piaciuto un po’ di più. Poi l’ho rigiocato ancora e mi è piaciuto un altro po’ di più. Poi l’ho ri-rigiocato ancora e mi è piaciuto un altro, altro po’ di più e così via. Un po’ come per Uncharted 2 e Uncharted 3 che, per apprezzare al meglio, ho dovuto rigiocare. Però no, The Last of Us non è un gioco da dieci. La mia soglia di tolleranza potrà essersi alzata, potrò averlo guardato per quello che è e non con gli occhi arroganti di “come vorrei” o di come speravo, ma quello che è include comunque i difettucci nel gameplay, i cliché e le banalità nella trama. Quelli sono sempre lì al loro posto, con qualunque tipo di occhi io lo guardi. Qui entra in scena la prospettiva, perché a seconda di come lo si guarda, The Last of Us può essere da 9,0, da 8,0, da 7,0, da 6,0, da 5,0… e quindi anche da 10? Sì, The Last of Us può essere pure da 10, ma non da dieci.

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6 pensieri su “The Last of Us è un gioco da dieci? Anche no!

  1. Ma come si puo dare del banale alla trana di TLOU. Già solo per l’ epilogo dell’ episodio dei due fratelli. Solita recensioni controcorrente per afferrare il tram degli alternativi. Spero tanto che coloro i quali ancora non lo abbiano giocato non leggano la recensione. Gli altri, beh penso che non potranno che avere alcun dubbio.

    1. Non è una recensione. È solo ciò che penso (e fidati che di fare quello controcorrente proprio non mi interessa; mi interessa dire quello che penso e quello che penso io non deve per forza andare incontro ai gusti o ai pensieri degli altri). Comunque sì, la storia in sé è banale (per me). Finale escluso.

    2. Be’, banale è assolutamente banale. Dai, non si può dire che sia una storia innovativa. E’ la classica trita e ritrita storia dell’eroe burbero e solitario che si trova tra i piedi un ragazzino/a verso cui è inizialmente molto freddo ma che, con l’andare del tempo, si affeziona e smuove mari e mondi per lui/lei. Vuoi un esempio pratico? Waterworld, il primo che mi viene in mente. Film, anche quello, post apocalittico (cambia solo l’ambientazione) del 1995. Circa un decennio prima di Last of Us.

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