The Callisto Protocol vs Dead Space: un verdetto scontato

Ha senso mettere a confronto The Callisto Protocol e Dead Space? Beh, considerando che si tratta dello stesso autore che ha palesemente ripreso il suo precedente lavoro per creare qualcosa di molto simile, il confronto non è fuori da ogni logica. Allora facciamo questo bel gioco. All’angolo rosso troviamo The Callisto Protocol, a quello blu Dead Space. Chi vincerà?

ATTENZIONE: L’ARTICOLO PUÒ CONTENERE TRACCE DI SPOILER

LA TRAMA: sarà la nostalgia a parlare, ma la storia di Dead Space risultava più affascinante e disturbante. C’era un senso di mistero che in The Callisto Protocol non si percepisce. Comunque, ritengo che anche la trama di quest’ultimo sia interessante, soprattutto in vista delle battute finali quando vengono dipanati alcuni nodi. Dead Space, inoltre, ha avuto tre capitoli principali per svilupparsi (e ahinoi, non concludersi…). The Callisto Protocol non è una base di partenza così malvagia e resta da vedere come si svilupperà. Tuttavia, la sensazione di essere alle prese con una brutta copia di Dead Space fa talvolta capolino.

I NEMICI: su questo non ho il minimo dubbio: Dead Space vince su tutta la linea. I necromorfi sono avversari iconici e carismatici, i mutanti di The Callisto Protocol sono scialbi e poco ispirati. Questi sì, sono davvero la brutta copia dei necromorfi. Ma brutta, brutta.

L’ATMOSFERA: sebbene The Callisto Protocol possa fregiarsi di possedere un’atmosfera di tutto rispetto, Dead Space viaggiava su altri livelli. Il problema è un po’ quello dei nemici. Il tutto risulta un po’ anonimo. La prigione non è la Ishimura. Non riesce neanche a rivaleggiare con la nave spaziale. Manca proprio una ambientazione potente e caratteristica come fu per il primo Dead Space. Non mi sento di bocciare il lavoro degli sviluppatori, perché resta comunque gradevole e ben fatto, ma è un peccato che gli apici del passato non vengano toccati.

Anche le armi risultano più generiche rispetto a quelle di Dead Space

IL GAMEPLAY: le meccaniche di The Callisto Protocol sono molto simili a quelle di Dead Space. A tratti può sembrare quasi lo stesso gioco, ma ci sono alcune differenze. La più rilevante riguarda i combattimenti. The Callisto Protocol è molto (ma molto) più incentrato sugli scontri corpo a corpo (e questo ammazza un po’ la tensione). C’è un sistema di schivata che a me non è nemmeno dispiaciuto e affrontare più mutanti alla volta non è impresa da poco. Infatti, non ci sono ondate di necromorfi come in Dead Space, per fortuna! All’appello è anche presente una flebile meccanica stealth. In ogni caso, il gameplay è in linea con le precedenti esperienze.

LA TECNICA: al di là del passaggio generazionale (ho giocato la versione PS4), The Callisto Protocol si è presentato al lancio con alcuni problemi. Ho avviato per la prima volta il titolo senza installare la corposa patch e dopo un’oretta ho deciso di aspettare l’installazione e ricominciarlo dall’inizio a causa di difetti audio e di una fluidità dell’azione pessima. Con l’aggiornamento la situazione è decisamente migliorata, ma alcuni problemi sono rimasti, soprattutto legati al comparto sonoro (il più fastidioso il doppiaggio che passa da italiano a inglese a caso, il labiale dei personaggi fuori sincrono, volume delle voci a volte altissimo altre volte troppo basso per essere comprensibile, frasi tagliate) e alle texture che: o non vengono caricate o ci impiegano un po’ troppo a farlo. Peccato anche per un doppiaggio in italiano senza verve e per un sistema di controllo che non sempre funziona come dovrebbe. C’è anche un problema con i trofei, non vengono sincronizzati e non c’è modo di consultarne la lista. Speriamo che risolvano a breve. In sostanza, dunque, Dead Space era tecnicamente più solido. Va detto, però, che nonostante i bassi, The Callisto Protocol tocca anche degli alti notevoli.

L’HORROR: più che horror, forse è meglio dire splatter. The Callisto Protocol è un gioco splatter con venature horror. Per quanto non siano esperienze in grado di spaventarmi, Dead Space riusciva a mettere più ansia (anche solo con le orde di necrmorfi e i loro versi e per l’atmosfera più caratteristica), The Callisto Protocol è decisamente più tiepido. Tra l’altro si muore anche troppo, rendendo alcune situazioni più frustranti che paurose. I caricamenti abbastanza lunghi per rientrare in partita non aiutano. Verso la fine alcune scelte mi hanno irritato, come quella di ripetere per quattro volte lo stesso mini-boss a due teste che ti ammazza con un colpo e quella battaglia finale che sembra uscita da un Resident Evil. Ho giocato a difficoltà media, ma in due-tre frangenti mi ha fatto girare il cazzo molto più di un gioco come Bloodborne. Se non altro ho trovato buona la gestione delle risorse, che non vanno mai sprecate, e il sistema di potenziamento, che a me è piaciuto.

Se possibile è sempre meglio andare di corpo a corpo che sprecare munizioni

E DEAD SPACE VINCE!

L’esito era scontato: Dead Space resta pur sempre Dead Space e forse è impossibile superarlo. Ciò detto, da The Callisto Protocol ci si poteva aspettare qualcosa di più. Nel complesso l’esperienza risulta piacevole e si respira un po’ l’aria di Dead Space. A volte è solo una scoreggia, a volte un po’ di alito, ma altre è una gradevole brezza. The Callisto Protocol vive un po’ il conflitto tra l’essere la “meno bella” copia del suo predecessore e la voglia di essere qualcosa di nuovo, di avere una propria personalità, in cui riesce solo in parte. Bene, ma non benissimo.

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