Skydance’s BEHEMOTH: la classifica dei colossi dal peggiore al migliore

Avevo parlato di Skydance’s BEHEMOTH in occasione dell’articolo sui videogiochi del 2024. Ho rigiocato il titolo per la terza volta con l’ultima patch installata. Confermo quanto detto in precedenza, aggiungendo solo qualcosina: i combattimenti hanno subito qualche modifica, ma non riesco a capire precisamente cosa. In un certo senso, preferivo il feeling di prima, a cui ero ormai abituato, ma comunque la sostanza rimane la medesima. L’unica cosa che pesa è che il gioco è stato reso sensibilmente più facile. Una volta padroneggiato il combat system (al mio secondo giro) ero riuscito ad affrontare scontri apparentemente difficili con una facilità molto maggiore, e mi aveva dato soddisfazione. Questa cosa ora si è un po’ persa. Decisamente meglio, invece, l’impatto visivo. La grafica è stata potenziata. Permangono alcuni glitch e brutture, ma il risultato è più convincente!

Il primo colosso del gioco

NOTA GENERICA SUGLI SCONTRI ALL’ARMA BIANCA

Per curiosità personale, ho deciso di rigiocare Red Steel e Red Steel 2 su Nintendo Wii. Erano titoli che all’epoca della loro uscita spingevano sui combattimenti con la spada, da vivere con i sensori di movimento del Wii Mote (e poi Wii Motion Plus). Giochi gradevoli tutt’oggi grazie ai sensori di movimento, ma un po’ grezzi. Non sempre i controlli funzionavano bene, ma questo vale anche per i titoli in VR come Skydance’s BEHEMOTH.

Nonostante i passi in avanti della tecnologia, infatti, sembra che la strada da percorrere sia ancora lunga. Di certo, BEHEMOTH ha un approccio più realistico, ma anche per questo a volte un po’ goffo. Tuttavia, poter muovere le spade con movimenti 1:1 (con tutte le possibilità del caso, come, per fare un esempio, tenere una spada nella mano destra e sbatterla su uno scudo tenuto nella sinistra al solo scopo di gasarsi) restituisce un certo grado di coinvolgimento che i titoli passati non riuscivano a dare.

Tuttavia, c’è un videogioco che più di tutti è riuscito a divertirmi e sorprendermi per quanto riguarda l’impugnare una spada. Quel gioco è The Legend of Zelda: Skyward Sword. Sì, non c’era un vero movimento 1:1, ma le meccaniche e i nemici erano talmente studiati che l’immedesimazione e la soddisfazione erano a livelli altissimi. Per giunta, senza particolari problemi di sorta. Secondo me, resta il gioco ancora oggi migliore da quel punto di vista. Probabilmente perché il gameplay era messo davanti a tutto il resto. BEHEMOTH è più realistico, ma anche per questo pecca un po’ sul lato strettamente ludico. Bisogna saper bilanciare bene le due cose. Compito, ne converrete, difficilissimo.

In Skyward Sword ogni nemico andava affrontato con intelligenza, non si poteva muovere il Wii Mote a casaccio; erano piccoli enigmi da superare

BEHEMOTH: LA CLASSIFICA DEI COLOSSI (SEGUONO SPOILER)

Ma veniamo al cuore dell’articolo: i colossi di Skydance’s BEHEMOTH. Se avete giocato l’opera, saprete che in BEHEMOTH sono presenti solo quattro colossi. Un numero che tutti speravano essere maggiore, ma d’altra parte il lavoro dietro a ogni boss deve essere stato notevole. In fondo, anche titoli osannati come God of War (2018) deludevano proprio sul fronte del numero di boss fight. In Skydance’s BEHEMOTH i colossi non sono gli unici boss, ma indubbiamente sono quelli che restano scolpiti nella memoria. Curioso, o forse no, che la mia classifica segua praticamente l’ordine in cui compaiono nel gioco.

4° – MANTOFERREO: un animale enorme che vive tra le distese di ghiaccio e impugna una gigantesca palla di ferro, che non esita a usare per schiacciare i suoi nemici. I pochi momenti in cui si mostra prima dello scontro vero e proprio lasciano il segno. La battaglia contro di lui è la più corta tra tutti i colossi, ma è intensa. Qualche momento un po’ impacciato potrebbe rovinare parte dello scontro, però la boss fight risulta funzionale per apprendere i meccanismi di base. La finisher (usare il rampino per farlo cadere su un tronco appuntito) è senza infamia e senza lode. Si rigioca con piacere e il design del mostro mi ha convinto in positivo, lo rende spettacolare e potente.

VOTO: 7

Mantoferreo

3° – ARTIGLIO DELLE TENEBRE: questo grandissimo pipistrello non ha un design particolarmente originale, ma la sua boss fight è forse la più cinematografica dell’intera avventura. Dapprima si combatte su un tetto a suon di arco e frecce (ricordandosi, inoltre, di coprirsi le orecchie a causa del suo attacco sonoro), poi ci si arrampica su di lui proseguendo la battaglia ad alta quota mentre il mostro svolazza sopra le nuvole. La vista del panorama dal cielo non è nitidissima, ma resta comunque di grande impatto. Lo scontro, pur con possibili momenti di frustrazione a causa dei controlli imprecisi durante le scalate, convince e si conclude alla grande. Una volta conficcata la lama nel petto della bestia, mentre è in caduta libera, il giocatore resta su di lui fino a quando non si sfracella con violenza al suolo. L’immagine del cratere e della “faccia” del mostro esanime dopo la caduta restano impresse come uno dei momenti più spettacolari del gioco.

VOTO: 7,5

Artiglio delle Tenebre

2° – DREDDSTAG: una sorta di alce che sta su due zampe alto decine di metri. È il colosso più imponente ed epico del titolo. Non ha un design che mi ha colpito particolarmente e il procedimento per abbatterlo è forse legato troppo alla scalata (il che può portare a frustrazione in diverse occasioni). Dopo averlo messo in ginocchio grazie all’uso del rampino, infatti, Dreddstag va scalato fino alla sua sommità. Verso la fine non mancano i momenti capaci di lasciare il segno, anche se la finisher non è particolarmente originale: conficcargli la lama in testa. Nel complesso è una boss fight riuscita e la sua maestosità non lascia indifferenti.

VOTO: 7,5

Dreddstag

1° – IL RE VUOTO: è una boss fight che mi ha sorpreso. È il culmine di tutto ciò che BEHEMOTH può offrire. Si articola in più fasi che costringono a usare tutto ciò che si è imparato durante l’esperienza: da un combattimento contro una sua versione più piccola a suon di ascia, rampino, arco e spada (con alcune trovate decisamente interessanti, come rispedire al mittente la sua palla di energia; cosa che mi ha ricordato gli scontri con Ganondorf di The Legend of Zelda) a una sequenza di fuga con il rampino condita da alcuni combattimenti con nemici comuni, fino alla resa dei conti in cui si affronta il colosso nella sua forma più grande. L’ultima fase è un po’ veloce e la finisher non molto epica, ma in questa battaglia tutto funziona un po’ meglio rispetto alle precedenti e la soddisfazione non manca. Bello anche il design: oscuro e minaccioso!

VOTO: 8

Il Re Vuoto

Ogni colosso di Skydance’s BEHEMOTH offre momenti di forza e debolezza. Nel complesso, rappresentano senza dubbio l’offerta migliore dell’esperienza. BEHEMOTH è un gioco che non è riuscito a convincere a pieno, a causa di alcune criticità e aspetti poco rifiniti, ma è anche un titolo dal potenziale colossale. Sì, poteva essere molto di più, ma il viaggio contro queste creature giganti resta memorabile e, in alcuni momenti, epico. Personalmente, l’ho più apprezzato che non, ma il sapore di occasione mancata fa sognare in un sequel che esprima al meglio ciò che BEHEMOTH avrebbe potuto essere e che, purtroppo, è stato solo in piccola parte.

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