Riflessioni su God of War: si stava meglio prima?

Di seguito trovate un post che scrissi su Facebook il 20 aprile 2023 e che ho deciso di riproporre qui sul blog.

Il 20 aprile 2018 usciva il nuovo God of War. Malgrado alcune perplessità, ero genuinamente entusiasta del cambio di rotta. Con Ascension era chiaro che la serie si trascinava stanca senza più una vera meta e aveva un assoluto bisogno di rinnovarsi.

God of War versione The Last of Us

Ora, avendo conosciuto a fondo sia God of War 2018, sia Ragnarök mi rendo conto di come quest’ultimi due capitoli non siano riusciti a far breccia nel mio cuore come gli episodi originari. E dire che, tralasciando una parte finale discutibile, ho persino apprezzato la narrazione di Ragnarök, da alcuni definita addirittura insulsa. Queste due nuove esperienze, però, hanno a mio avviso un difetto in particolare, soggettivo, certamente, ma questo è: la noia. In sostanza, sono titoli abbastanza noiosi da giocare. Sono diluiti, lenti, annacquati, a tratti soporiferi. Manca la bestialità, l’epicità, la violenza, la rabbia, la carica, la POTENZA, ciò che ha reso Kratos il personaggio che è, o meglio, che era. E manca il ritmo serrato e adrenalinico. Una trama o dei personaggi più “maturi” non si traducono per forza di cose in un’opera migliore, tuttavia il Kratos “profondo e maturo” è lo scudo alzato da molti per difendere a spada tratta i nuovi God of War. Ma è uno scudo fragile.

Perciò, mi domando: una serie come God of War aveva davvero bisogno di questo? Aveva bisogno di scimmiottare altre opere e rinunciare alla sua più barbara e spartana essenza? Rigiocare God of War III oggi, quando persino l’intro che parte prima del gioco vero e proprio gasa più degli interi nuovi capitoli, fa capire una cosa: no, di questo SPECIFICO cambio di rotta, forse, non ne aveva bisogno. E allora: ridatemi la semplice cattiveria, ridatemi le dita che sprofondano negli occhi di Poseidone, la testa strappata di Elio, il viso spappolato di Ercole e le budella fuoriuscite di Crono, ridatemi God of War! Perché sì cazzo, quel God of War lì, quello semplice e rozzo, faceva esattamente ciò che dovrebbe fare un God of War: divertire.

god of war 3
Quando Kratos era ancora Kratos

AGGIORNAMENTO MAGGIO 2024

Di recente ho rigiocato God of War (2018) e God of War: Ragnarök uno in fila all’altro. Per quanto sia d’accordo con quanto scrissi un anno fa, queste recenti giocate mi hanno permesso di apprezzare di più il lavoro dietro a questi due episodi. Se per il capitolo del 2018 non ho molto da dire, in quanto l’esperienza si è dimostrata in linea con quanto ricordavo, Ragnarök mi ha piacevolmente stupito. Scevro di aspettative e sapendo già cosa aspettarmi (anzi: aspettandomi di meno), ho trovato l’avventura piacevole dall’inizio alla fine, inclusi i momenti più calmi. Buone le boss fight e la spettacolarità, buono il ritmo, coinvolgente la storia. A mio avviso Ragnarök supera in tutto il capitolo del 2018. La storia non è così brutta come molti vogliono farla passare, anzi. Si tratta di ottimi giochi presi a sé stante, un po’ meno se consideriamo la serie da cui provengono. Questo per alcuni dei motivi detti sopra: manca la brutalità, la potenza, la violenza, la cattiveria, lo spirito e l’anima che caratterizzavano le epopee in terra greca. Le finisher dei vecchi capitoli erano più soddisfacenti, ma Kratos è cambiato, tocca farsene una ragione. Comunque, non ci è andata poi così male…

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