Resident Evil 4: un buon remake, un platino abbordabile

Resident Evil 4 è stato tra i giochi che più mi hanno appassionato nel corso della mia carriera da videogiocatore. Non tantissimo tempo fa l’avevo rigiocato e l’emozioni non sono state le medesime di un tempo. A oggi l’opera sente un po’ il peso degli anni. Questo remake sarà riuscito a svecchiarla a dovere?

L’inizio del gioco

La gen dei remake

Diciamo subito che se il remake di Dead Space mi ha esaltato, il remake di Resident Evil 4 mi ha lasciato sensazioni più tiepide. Purtroppo, il titolo Capcom non mi ha preso come quello EA. I giapponesi hanno fatto indubbiamente un buon lavoro, ma forse questa volta il risultato non è eclatante. Trovo che la formula di questi Resident Evil proponga un gameplay sempre un po’ macchinoso (anche se finalmente possiamo muoverci mentre miriamo!), che se funzionava molto bene nei remake di RE2 e RE3, si sposa meno con l’incedere più action di questo quarto capitolo. Inoltre, l’esperienza è molto simile a quella che ricordo, c’è più senso di deja-vu rispetto al remake di Dead Space. Almeno questo è ciò che ho percepito io, ma può dipendere anche dal fatto che ho giocato più di recente l’originale. I cambiamenti, tuttavia, ci sono: piccole modifiche di trama (che rimane quella), sezioni di gameplay completamente riviste e rese più cinematografiche e attuali, nuovi filmati (tutto è stato rifatto da zero) e finalmente un bel doppiaggio in italiano!

Considerando anche la natura cross-gen (io ho optato per la versione PS5), graficamente non siamo ai livelli di Dead Space Remake, che da quel punto di vista (ma anche dagli altri) mi ha davvero soddisfatto. La grafica è molto buona, sia chiaro, ma forse non eccellente. Bene le espressioni facciali e davvero ottima la commistione tra filmati e giocato (Final Fantasy XVI dovrebbe imparare…). Terminata la prima partita, in circa tredici ore, Resident Evil 4 Remake non mi ha lasciato subito uno stimolo per riprenderlo in mano. Considerando che l’ho trovato più difficile dell’originale, in alcuni punti persino frustrante, vedendo alcuni trofei non avevo nemmeno intenzione di platinarlo. Tuttavia, un po’ per noia, un po’ perché volevo sviscerarlo di più, ho deciso di iniziare la caccia a tutti i trofei. Questo mi ha costretto a rivivere l’esperienza un bel po’ di volte.

L’assalto iniziale nella piazza del villaggio resta uno dei momenti iconici (e più infami) del gioco

Un platino un po’ tedioso

Resident Evil 4 Remake richiede molte partite per essere platinato ed è per questo che può risultare un po’ fastidioso. Per fortuna, però, non è un gioco longevo come può sembrare inizialmente e l’esperienza si rivive sempre volentieri (non come The Quarry che all’ennesimo giro stava per farmi sboccare). Ecco come ho agito io.

1 Prima run senza pensare ai trofei: mi sono goduto il gioco in modo genuino a difficoltà Normale. Poi ho giocato la modalità Mercenari prendendo il grado S su tutte le mappe per sbloccare l’handcannon.

2 Seconda run in New Game+ usando solo la pistola e i coltelli: più della metà l’ho fatta a Normale, poi sono passato ad Assistita. Evitando di usare i lanciarazzi, questa run permette di godere al meglio di tutte le boss fight del gioco. Non è stato tanto difficile, comunque.

3 Terza run a Professionista: usando il lanciarazzi con munizioni infinite è stata una passeggiata (cercate su Internet il trucco per avere milioni di pesetas, visto che il lanciarazzi ne costa due!). L’ho finito in tre ore!

4 Quarta run a Normale, obiettivo: grado S+. In sostanza, bisogna finire il gioco (non in New Game+) in meno di cinque ore. Sembra un limite restrittivo, ma in realtà se si corre saltando buona parte dei combattimenti e, una volta giunti al castello, si sfruttano le munizioni infinite grazie alla modifica speciale (completando tutti gli incarichi del mercante al villaggio per avere abbastanza spinelli) si raggiunge la fine molto prima. C’è anche la possibilità di acquistare dallo store un contenuto aggiuntivo che permette di avere praticamente da subito la modifica per l’arma, ma io non l’ho fatto. Ho aggiunto la modifica speciale all’handcannon, ma non mi sono trovato tanto bene. Ho completato la partita in tre ore e mezza.

5 Quinta run a Estrema, obiettivo: grado S+. Stessa cosa della run precedente, ma finendo il gioco in meno di cinque ore e mezza. Qui le cose si sono fatte un attimo più difficili, perché, come prima, ho dovuto fare tutto il villaggio senza possibilità di usare trucchetti (a eccezione dei costumi, quello dell’armatura per Ashley è tanta roba e semplifica di molto alcuni passaggi). I punti più bastardi sono stati le due stronze con la motosega, che mi hanno ammazzato parecchie volte, e il boss finale del villaggio, anch’esso responsabile di molte morti (nota: ricordatevi di tornare al menu principale ogni volta che morite per non far avanzare il tempo di gioco). Menzione d’onore per l’assalto nella casa con Luis, anche quello non scherza. Una volta giunti al castello e aver applicato la modifica con le munizioni infinite alla Chicago Sweeper il resto è stato tutto in discesa. Ciò nonostante, in alcuni frangenti il gioco riesce a essere comunque bastardo. Inoltre, il lanciarazzi a questa difficoltà costa 160mila pesetas, ma è comunque fattibile acquistarne almeno due: uno prima di Salazar e uno prima della boss fight finale con Saddler. Partita completata in quattro ore.

6 Sesta run per i collezionabili: questa corsa l’ho dedicata ai tesori, alle armi, ai castellani meccanici, a tutti gli incarichi del mercante e all’inutilizzo di oggetti curativi. Per quest’ultimo punto si risolve facilmente: cappello da gallo (che riduce di molto i danni), giubbotto, lanciarazzi infinito e si va lisci come l’olio. Ho inoltre completato altri trofei secondari e ottenuto il grado S in tutti i livelli del poligono di tiro. Fare bene al poligono sembra inizialmente difficile, ma in realtà sapendo come ottenere i punti bonus si riesce senza troppi sbattimenti.

7 Settima run per il trofeo Asociale: l’ultima partita l’ho sfruttata per godermi l’avventura in modo rilassato gustandomi di nuovo tutti i filmati e, ovviamente, per prendere l’ultimo trofeo che mi mancava, quello di non interagire mai con il mercante. Il lanciarazzi infinito torna sempre utile.

Nel remake di Resident Evil 2 non mi era piaciuta, ma qui Ada è proprio una gran figa!

Un buon remake

Resident Evil 4 Remake è un buon rifacimento, anche se a mio personale giudizio non al livello di quello di RE2 o di quello di Dead Space, che mi ha proprio mandato su di giri. Le modifiche hanno migliorato l’esperienza originale rendendola più attuale e moderna e il platino si è dimostrato in fin dei conti abbordabile e più facile del previsto grazie alle semplificazioni (senza sarebbe un inferno). Mi è sembrato anche un lavoro rispettoso del materiale di partenza, i pochi tagli sono trascurabili e tutte le partite fatte mi hanno permesso di apprezzarlo al meglio. Non c’è molto altro da dire, se non… al prossimo remake!

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