Quantum Break: mezzo gioco, mezzo film, mezza delusione

Le aspettative sono tutto. Le aspettative sono il male. Perlomeno quelle troppo alte, perché il rischio di rimanere delusi è dietro l’angolo. E non posso negare che Quantum Break mi ha in parte deluso. Chiariamo: Quantum Break mi è piaciuto, non la considero una vera delusione (mezza), né tantomeno voglio lamentarmi del risultato finale. Solo che in Quantum Break ho sempre creduto molto. È stato IL GIOCO che più di tutti mi ha spinto ad acquistare una Xbox One. Alla fine, le mie aspettative/speranze non sono state del tutto ripagate. Cercherò di spiegarvi perché.

quantum break attenti a quei gamer

Quando a rompersi non è solo il tempo

Quantum Break è un bel gioco, ma secondo me non migliore di Alan Wake. Nel gameplay sì, ma nella trama… non lo so. Se devo essere onesto, quella di Alan Wake mi aveva catturato decisamente di più. Sarà per l’ipnotica atmosfera, ma Alan Wake mi aveva appassionato dall’inizio alla fine, Quantum Break no. Solo dall’atto quattro ha iniziato a catturarmi davvero, pur senza mai raggiungere gli apici di Alan Wake. E Alan Wake mi sembrava anche più coeso tra giocato e narrazione. Mi aspettavo di più perché, come ho spiegato quando ho parlato di Life is Strange, i viaggi nel tempo mi affascinano come poche altre cose. Il fatto che Remedy fosse al lavoro su una storia di questo genere mi galvanizzava, eppure non è scoccata subito la scintilla. Mi è servita una seconda (e anche terza) run per apprezzare al meglio tutto l’enorme lavoro svolto nella costruzione della storia.

Il discorso è un po’ complesso, proprio in virtù delle emozioni contrastanti che mi ha lasciato il gioco. Se da una parte, infatti, non posso che essere rimasto un po’ amareggiato da alcune cose, dall’altra è chiaro che le cose belle non mancano. In particolare mi riferisco alla trama, il vero fulcro del gioco. Ma su quella ho scritto un approfondito articolo a parte, qui mi concentro sul gameplay/serie TV. L’articolo contiene comunque qualche SPOILER.

quantum break attenti a quei gamer

Poteri

Mezza delusione. Il potenziale per realizzare qualcosa di epico c’era, peccato che secondo me non è stato sfruttato a fondo. I combattimenti sono divertenti ed è chiaro che l’uso dei poteri è al centro di tutto. Mi sono divertito di più a giocare a Normale che a Difficile, proprio perché meno costretto alla difensiva. Quantum Break non è un gioco difficile neanche alla massima difficoltà (l’unico punto in cui sono morto più di una volta a difficile è stato lo scontro finale), ma a quelle più basse si ha davvero la sensazione di spaccare il culo a tutti grazie ai poteri. Usare le coperture è quasi inutile. Anche sparare nel complesso non è malaccio. Peccato che il risultato non vada mai oltre il buono. Ho anche trovato insensata la pistola con munizioni infinite. Penso si potesse fare molto di più. Un po’ come Alan Wake, insomma, Quantum Break non verrà certo ricordato per i suoi combattimenti. Sugli enigmi dico solo che siamo a un livello davvero elementare.

“Platform” e collezionabili

Stesso discorso: basilari. Almeno alcune sequenze platform sono fighe grazie alle stasi temporali provocate dalla frattura. L’esempio perfetto è ovviamente la fase del ponte. Quantum Break è poi pieno di collezionabili. Ora, non sono d’accordo con la visione drastica dell’Alieno, ma un po’ li ho odiati, almeno durante la prima run. Il problema è che spezzano continuamente il ritmo di gioco, ma sono pressoché necessari per comprendere a fondo la trama. Li ho trovati troppo lunghi e troppi. Non credo di dire una cazzata se dico che ho passato più tempo a leggere diari, ascoltare registrazioni o guardare video piuttosto che giocare. Inoltre, a differenza di Alan Wake (dove secondo me erano integrati alla perfezione), in Quantum Break non tutti sono così interessanti, altri sono un po’ forzati (tutti si scambiano segreti di tutti per email). Forzati anche perché spesso la situazione in cui si trova il protagonista non è che sia proprio l’ideale per mettersi a leggere con calma pagine e pagine di roba, senza contare i personaggi secondari che scassano le palle incitando il giocatore a proseguire (e giustamente direi).

Serie TV/Scelte

Questo è un punto abbastanza deludente, soprattutto al primo impatto. Ho letto di gente che ha trovato la qualità tecnica della serie TV buonissima… boh, forse abbiamo visto cose diverse. La qualità mi è sembrata più vicina agli spot pubblicitari che a una serie TV vera e propria. Non dico che sia fatta di merda, per carità, ma il risultato è abbastanza piatto. Passabile, ok, ma nulla di che. Ai fini della comprensione totale della trama è comunque necessario guardarla, non che mi abbia pesato farlo. Peccato solo che l’integrazione con il gioco sia un’altra mezza delusione. Le scelte alla fine di ogni atto, prese dalla parte del “cattivo”, effettivamente in alcuni casi portano a cambiamenti carini da riscontrare nella serie TV (più che altro nel quarto episodio), ma il risultato finale è comunque deludente. Mi sembrano state messe come scusa per rendere l’esperienza rigiocabile. Dulcis in fundo, le propagazioni quantiche da trovare per sbloccare scene extra nella serie TV sono una vera presa per i fondelli. Seriamente, facevano prima a non farle proprio, visto il risultato. La cosa bella della serie è che va a concentrarsi sui “cattivi” (le virgolette sono d’obbligo), proponendoci quindi una visione d’insieme a 360 gradi. In particolare ho apprezzato il lavoro fatto con Liam Burke, che può essere anche affrontato verso la fine dell’avventura. Il giocatore che avrà visto la serie TV non si troverà così di fronte al solito nemico senza nome da ammazzare con goduria, ma un personaggio che ha imparato a conoscere, per cui può persino provare dispiacere.

Liam Burke nella serie TV
Liam Burke nella serie TV

Longevità

Se un gioco è bello, è bello anche se dura tre o quattro ore, ma inutile girarci intorno: Quantum Break dura poco, perlomeno il giocato effettivo. Al primo giro, a Difficile, ho terminato il titolo in circa undici ore raccogliendo praticamente tutti i collezionabili e visionando la serie TV. Saltando i collezionabili, gli episodi live action e i filmati, penso che possa durare sulle quattro ore (non c’è tanto gameplay insomma), ma è chiaro che non è il modo giusto di giocarlo. La storia è più importante della giocabilità, e va bene, ma mi sarebbe comunque piaciuto giocare un po’ di più visto il ritmo spezzettato dell’esperienza.

Comunque, i collezionabili sono molto facili da trovare, così come gli obiettivi da sbloccare. Arrivare ai 1000 G è davvero semplice e naturale.

Grafica

Nulla da dire (anzi sì), Quantum Break è uno dei punti più alti toccati da questa generazione di console. Peccato che sia minato da tanti, piccoli difetti che non gli rendono giustizia. Ci sono anche alcune cadute di stile, come la scomparsa delle armi quando si rinfoderano, che non vorrei più vedere nel 2016. Purtroppo l’impatto finale è molto meno figo del previsto. Poi sì, c’è quella cosa che dopo aver dato una sbirciatina all’ultimo video di Uncharted 4 tutti gli altri giochi mi sembrano diverse spanne indietro, lo dico senza nessun intento provocatorio. Gli effetti speciali dei poteri e i momenti di stasi, però, sono tra le cose più belle che ho visto in giro. Bella anche la distruttibilità ambientale. Non posso non citare, poi, le espressioni facciali, decisamente convincenti, in particolare quelle del protagonista, quasi identiche a quelle dell’attore Shawn Ashmore.

Il volto di Jack è impressionante
Il volto di Jack è impressionante

In definitiva, da Quantum Break mi aspettavo un po’ di più. Il gameplay è divertente, ma senza particolari guizzi, e la serie TV e le scelte non vanno oltre il compitino. Se però c’è un aspetto di Quantum Break su cui vale la pena parlare e discutere, quello è indubbiamente la trama. Avete finito il gioco? Avete dei dubbi e domande? Allora leggete qui.

PS: belle le tante citazioni ad Alan Wake. Che Remedy sia finalmente pronta a uscire Alan Wake 2?

Spoiler?

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