Perché Zelda: Breath of the Wild è il gioco più longevo che ho giocato

Quando vi ho raccontato le mie impressioni (non al 100% positive) su The Legend of Zelda: Breath of the Wild, non avrete pensato che avrei esaurito l’argomento con un solo articolo? No, infatti, anche se questo non è un articolo solo su Zelda. Come avrete intuito dal titolo è stato il fattore longevità a spingermi a buttare giù qualche altra riga. Breath of the Wild è il videogame più longevo a cui abbia mai giocato. E non è solo una questione di quantità di contenuti.

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Questione di ore (?)

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Io sono uno che ama rigiocare i titoli, soprattutto quelli lineari e non troppo lunghi. Robe come God of War, Uncharted o Gears of War, per intenderci. Li gioco e li rigioco e poi faccio le speedrun! Un po’ diverso è il discorso GDR/open world o altra roba che richiede decine e decine di ore. Posso dire, però, che solitamente non mi faccio troppi problemi nemmeno con quelli: ho perso il conto di quante volte ho rigiocato Mass Effect (il secondo e il terzo più che altro). Un caso più o meno recente è The Witcher III, che penso di aver rigiocato almeno quattro o cinque volte di fila all’uscita per sperimentare le diverse scelte morali. E The Witcher III calza a pennello con il discorso che voglio fare, perché credo proprio sia uno dei giochi a cui ho dedicato più ore in assoluto. Compresi i massicci DLC, infatti, su The Witcher III ci ho speso duecentocinquanta ore. Sono sicuramente molte, ma c’è gente che si spara cose come cinquecento o addirittura mille ore su un solo titolo. Ecco, io a quei traguardi non credo che ci arriverò mai, perché dopo duecento ore mi sono già bello che rotto il c…

Comunque, quali sono i giochi che mi hanno tenuto impegnato per più tempo? Oltre a The Witcher III citerei Ocarina of Time (tra anni di infanzia spesi a giocarci quasi consumando la cartuccia per Nintendo 64, in seguito su GameCube e poi su 3DS credo che il numero di ore sia incalcolabile; Ocarina è forse il titolo che ho giocato per più ore nella mia vita), Fallout 3 (difficile quantificare, penso che ci aggireremo sempre intorno alle duecento ore, ma forse di più), Fallout 4 (forse un po’ meno di Fallout 3, forse uguale) e The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

Solo una questione di ore? No

Arrivando a Zelda, il contatore segna duecentouno ore passate sul gioco dal 3 marzo al 29 marzo. Il punto è che se con The Witcher III o Fallout 3 la stima tiene conto delle volte che li ho rigiocati anche dopo una pausa durata mesi (o anni), con Breath of the Wild sono state duecento ore “filate”. E più di centosettanta solo sulla run principale, le altre le ho passate rifacendo il gioco due volte. Perché Breath of the Wild può essere corto o cortissimo, ma anche lungo o lunghissimo. Per esempio, ricominciando il gioco una seconda volta e dedicandomi a una trentina di sacrari e a tre colossi su quattro (che mediamente mi hanno occupato per una ventina di minuti ciascuno…) sono giunto alla fine in appena quattordici ore.

Ma il punto è che non si tratta solo di una questione di quantità di contenuti e di ore, ma soprattutto del rapporto tra ore di gioco/grado di appagamento/sopraggiungere della noia. Con gli altri titoli raggiungere le duecento ore di fila mi è sempre stato impossibile. Con The Witcher III, per dire, a furia di ricominciarlo mi ero rotto le palle e alla fine proseguivo svogliatamente e molto spedito nella main quest solo per sperimentare le scelte possibili. Per raggiungere le duecentocinquanta ore ci sono voluti i DLC dopo mesi che non toccavo il gioco. Con Zelda: Breath of the Wild sono arrivato a duecento con una naturalezza mai sperimentata prima.

Anche se non contano per il 100%, ho anche ammazzato tutti i boss secondari sparsi per Hyrule

Noia dove sei?

Quasi un mese pieno di gioco solo per Zelda. Vi assicuro che è una cosa che non mi capitava da… appunto, non lo so. Di solito dopo una settimana sono già pronto ad archiviare un gioco “medio” perché l’ho già spolpato a dovere e sono stufo. E quando dico che non è solo questione di quantità di contenuti è perché con altri giochi ugualmente zeppi di cose da fare non sono comunque riuscito a tenere così a lungo. Oltre ai già citati The Witcher III e Fallout, mi viene in mente Skyrim. Ora so che molti mi malediranno… è un bel titolo, niente da dire, ma superate le settanta ore continuare a fare le solite missioni ripetitive (entra in quella grotta e prendi quell’oggetto per personaggio X) mi aveva scartavetrato lo scroto. A un certo punto ho detto basta perché mi aveva quasi fatto venire il nervoso. Ripeto: non sto dicendo che Skyrim fa cagare, solo che io me lo ricordo per questa cosa. E poi la vogliamo dire una cosa? Breath of the Wild non ha bug! Duecento ore e non ho beccato nulla, nulla! Ma allora fare un gioco senza bug non è impossibile!

Con Breath of the Wild la noia è arrivata dopo duecento ore. Una noia altalenante, a dir la verità. Comunque sia, ognuno ha il suo grado di resistenza, ma per me si tratta di un risultato davvero notevole. Anche dopo averlo completato al 100% ci ho passato altre ore. Durante le partite mi sono più volte stupito del fatto che la noia non avesse ancora fatto capolino. E volete sapere la cosa bella? Dopo aver girato in lungo e in largo per ogni centimetro di Hyrule ne volevo di più. All’inizio mi sembrava immensa, ora mi sembra solo grande, all’inizio temevo di venire soverchiato dalla quantità di contenuti e dalla vastità del mondo con il rischio di perdere missioni, sacrari o segreti, ora trovo che il sistema di quest/ecc sia cristallino e fin troppo ordinato. In sostanza, più esploravo Hyrule più raggiungevo un livello di conoscenza tale per cui lo “spaesamento” iniziale lasciava il posto a un controllo e una chiarezza totali.

Ricominciando l’avventura questa sensazione si è fatta ancora più lampante. E dopo oltre duecento ore vorrei una Hyrule grande almeno il doppio e altre decine di attività e segreti da trovare lungo il cammino (in pratica vorrei un nuovo capitolo adesso). L’unico elemento che può sfuggire al controllo di un giocatore con almeno centoventi ore sul groppone è la ricerca dei semi (tra l’altro molto più piacevoli dei classici collezionabili). Per quelli non ho potuto fare a meno di una guida, ma per tutto il resto Breath of the Wild mi appare ora come un gioco quasi piccolo. Non lo dico con un’accezione negativa. Ho persino pensato di ricominciarlo e rifinirlo al 100% e forse un giorno lo farò (non credo di averlo nemmeno mai pensato con altri giochi). Per adesso sto buono e aspetto i DLC, che – maledetta Nintendo! – dovrò acquistare per forza (ok, forse il primo no). E poi in futuro si vedrà, ma chissà quante altre volte lo rigiocherò. Quindi, sì, mi sa proprio che passerò ancora tante ore a girare per la Hyrule di Breath of the Wild senza annoiarmi.

Curiosità: ho sconfitto anche Ganon senza completare nessun colosso. La battaglia finale, così facendo, è decisamente più… interessante; non eccezionale, ma sicuramente molto più appagante. L’idea è semplice, ma figa (e dona un senso alla mancanza di varietà nel design dei boss). Completando i colossi perde davvero tanto. Peccato.

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