Io sono un po’ fissato con la pizza. Devo mangiarla almeno due volte a settimana, altrimenti inizio a sentirmi male e a cadere in depressione. Poi mi piace mangiarla in un certo modo. Le fette non devono essere né troppo grandi, né troppo piccole. Soprattutto, però, devo tagliarla tutta subito. Non esiste che mangio una fetta, poi ne taglio un’altra, mangio, poi ne taglio un’altra, mangio e così via. Devo gustarmela nella sua interezza, senza cadute di ritmo. Qual è la mia pizza preferita? Quella con il salamino piccante. Forse sarà per questa mia attitudine a gustarmi, per intero e senza pause, una cosa che adoro come la pizza che mal digerisco i videogiochi a episodi. Ci ho riflettuto in occasione della mia giocata a Life is Strange. Il succo: i videogiochi a episodi sono sempre più frequenti, ma spero che sia una moda passeggera.
Serie TV o film?
Se mi chiedessero: sei più tipo da serie TV o da film? Indovinate la risposta. Esatto, sono più tipo da film, ma ho seguito e seguo tuttora molte serie TV. La verità, infatti, è che molto dipende dall’opera in sé. Se una serie tivvì mi piace, non soffro la sua natura serializzata, anzi, può essere proprio il suo punto di forza. Tuttavia, con i videogiochi il discorso è un po’ diverso. Sia chiaro: una tale impostazione mi aggrada (e ben si presta) anche nei videogame, però solo se ho già tutti gli episodi belli pronti da gestirmi in autonomia (tipo Resident Evil Revelations, Alan Wake o Until Dawn). Non posso sopportare di buttarmi in un gioco per poi aspettare che esca l’episodio successivo. Appena ho visto che Life is Strange era a episodi l’ho praticamente messo nella categoria IGNORA del mio cervello, stessa cosa per Resident Evil Revelations 2, che ho intenzione di recuperare a breve (che può voler dire entro la fine di questa estate o della prossima).
Il fatto è che se in una serie TV o in un film ho un ruolo passivo e devo sempre sottostare tacitamente alle regole del regista, in un videogioco sono (più o meno) parte attiva e mi sento (più o meno) parte attiva. Voglio immergermi totalmente in un altro mondo, lasciarmi trasportare, esserne parte e non posso tollerare che a un certo punto qualcuno decida per me togliendomi il pad di mano e dicendomi di aspettare il prossimo episodio, facendomi procedere poco a poco verso la fine. Che poi già è una cosa che mi sta sul cazzo anche nei film (si veda Lo Hobbit 2 e sta moda dei cliffhanger), figuriamoci in un gioco.
Soprattutto se al centro c’è una bella storia che voglio proseguire ora, proprio ora, mettermi in pausa potrebbe solo rischiare di farmi scemare l’interesse e costringermi a buttarmi su altro. Ho voglia ora e basta, fare una pausa mi spezza il coinvolgimento. Cioè, gli episodi di Life is Strange sono stati pubblicati a distanza di mesi, MESI, porca trota! Con i telefilm è diverso, un episodio dura quaranta minuti e non richiede un mio impegno o un’attenzione costante (e neanche il mio denaro; non sono abbonato a nessuno servizio). Posso spararmene diversi di fila, seguire più serie allo stesso tempo, sottostare alla programmazione TV, va bene, funziona così e sono abituato così, è ok. Però i videogiochi li ho sempre vissuti in modo diverso. Devo dedicarci il tempo che voglio, come voglio e (impegni permettendo) quando voglio. Solitamente procedo un titolo alla volta, portando tutto a termine. Lo so, sono un caso raro, pensate che il mio backlog è vuoto. Forse ha ragione chi dice che i videogiochi sono più simili alle serie TV che ai film, ma nei giochi, in qualità di “attore” e magari anche un po’ “regista”, voglio scegliere io quanto far durare ogni episodio e quando “trasmetterlo”. E voglio continuare a poterlo fare.
Non problema?
Si potrebbe dire che la mania dei videogiochi a episodi è un non-problema. Perché passati un po’ di mesi gli sviluppatori pubblicano sempre la loro bella edizione con tutti i capitoli al loro posto; perfetta per quelli che, come me, vogliono tagliarsi tutta la pizza prima di iniziare a mangiarla. Tutti felici dunque? No. Mettiamo che in futuro lo scenario sia proprio questo, con un 90% di titoli a episodi con successiva uscita completa. Ora, io sono uno che accetta abbastanza di buon grado le novità e molto difficilmente si lamenta e glorifica il passato, ma permettetemi di dire che troverei la cosa nauseante. Sinceramente non so se riuscirei ad abituarmici, ma probabilmente ci proverei. Basterebbe aspettare l’edizione con la pizza con tutte le fette già tagliate e il problema sarebbe risolto? Forse sì, almeno per buona parte dei casi.
Perché nauseante, perché oltre alla fissa della pizza e dei videogiochi, che voglio gustare secondo i miei ritmi, ho anche quella che per certi giochi e saghe (tipo Zelda) non posso aspettare: devo andare di day one. È chiaro che non tutti i generi si presterebbero bene a una forma episodica, però non ci vorrebbe molto a modificarli quanto basta… o magari a snaturarli del tutto. Ho i brividi solo a pensare a uno Zelda diviso a episodi, ma ormai non mi stupisco più di nulla. Non so che farei se mi ritrovassi in un mondo in cui una folle Nintendo (più folle di quella di adesso) lanciasse un The Legend of Zelda suddiviso a episodi (con nuovi dungeon e aree a ogni nuova uscita). L’unica cosa che so è che, per me, sarebbe una merda.
NESSUNO voleva dividere questo articolo in episodi
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