Quando vi ho parlato del mio rapporto con Super Mario vi ho spiegato che da ormai molti anni a questa parte preferisco gli RPG, ovvero quei titoli con l’idraulico baffuto con elementi da gioco di ruolo. In particolare sono innamorato pazzo della serie di Paper Mario. Ok, l’anima GDR è stata col tempo sempre più sacrificata, ma è meglio evitare di fare inutili discussioni sul genere di appartenenza (Joker approfondirà presto questo argomento). Amo Paper Mario. Punto. E sì, ho amato anche Super Paper Mario e Paper Mario: Sticker Star. E ovviamente non ho saputo resistere al fascino di Paper Mario: Color Splash!
Però… semplificazione
Aspettavo da tempo che Nintendo si decidesse a sviluppare e pubblicare un Paper Mario per Nintendo Wii U, quindi quando l’annuncio è arrivato ne sono stato a dir poco felice. Paper Mario: Color Splash l’ho preso appena ho potuto, ovvero poco meno di una settimana fa. L’ho giocato a fondo, completando tutti i livelli e buona parte delle attività secondarie. E confermo: amo Paper Mario! Di Paper Mario amo praticamente tutto: la tenera veste grafica, l’ironia e la comicità, il gameplay vario e dagli spunti spesso geniali, la colonna sonora (ma molto meglio quella di Sticker Star). Visto che però sono una persona cattiva qualche critica devo farla per forza, anche se si tratta di uno dei miei amori.
Innanzitutto Paper Mario: Color Splash è davvero molto semplice o forse è più corretto dire semplicistico. Gli elementi da RPG sono ridotti all’osso e questo va a penalizzare soprattutto i combattimenti, alla lunga noiosi e privi di mordente. Sono lontani i fasti di Paper Mario: Il Portale Millenario, in assoluto l’apice della serie, almeno per quel che mi riguarda. Madonna che giocone, devo assolutamente rigiocarmelo prima o poi.

Il fatto è che Color Splash mi è sembrato pure più semplificato di Sticker Star. Lì magari potevo chiudere un occhio vista la natura portatile, ma su Wii U avrei gradito maggior profondità. Si è sommersi di monete e di vernice; è praticamente impossibile restare a secco. Poi l’uso delle carte è carino e ha i suoi lati interessanti, ma sono poche le volte in cui il sistema mostra le sue vere potenzialità, più che altro durante qualche boss. Per il resto i combattimenti di Paper Mario: Color Splash sono una spina nel culo. Non nel senso che sono difficili, ma nel senso che rompono il cazzo. Spezzano l’azione e uno vorrebbe saltarli tutti perché non divertono e servono a poco e nulla.
Festa di colori
Del resto, che dire? Bellissimo. Non saprei che altro aggettivo usare. Certo, giunti a questo punto, capitolo dopo capitolo, il tutto può restituire una (fastidiosa?) sensazione di deja-vu, ma l’idea dei colori è interessante e praticamente ogni ambientazione riesce a stupire o coinvolgere con trovate sempre fresche e appassionanti. Impossibile annoiarsi. Senza fare troppi spoiler e giusto per citare due robe, ho apprezzato tanto la parte sul veliero e quella in cucina. Cazzo, avevo l’acquolina in bocca sul serio!
Non saprei dire quale tra Sticker Star e Color Splash ho apprezzato di più. Credo di essere uno dei più grandi ammiratori mondiali del capitolo portatile. Ed è chiaro che Color Splash deve molto a Sticker Star. Ma alla fine cosa importa? Una beneamata minchia. Già, perché Paper Mario è tornato, gente, di tutto il resto fottesega. Ora però sono già triste perché dovrò aspettare anni prima di vederne un altro. Dura la vita di un giocatore, eh? Quindi Nintendo sappi che sono già pronto per l’annuncio di un Paper Mario per Nintendo Switch!
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