Maratona videoludica: da The Last of Us Parte II a Resident Evil 4

Estate 2021, 7 agosto (o giù di lì).

Dopo aver rigiocato Dead Space 2 causa annuncio del remake del primo capitolo, decido di riprendere in mano The Last of Us Parte II per vedere l’effetto che fa dopo un anno dalla prima volta. Tuttavia, non mi fermo al titolo Naughty Dog, no, ma decido di proseguire la giocata realizzando una sorta di maratona videoludica estiva che ha visto protagonisti quindici videogiochi, completati senza nemmeno un giorno di pausa tra uno e l’altro. Finito uno, passavo letteralmente al prossimo senza soluzione di continuità. Ho voluto ricordare la cosa con un post qui sul blog. Ecco come è andata.

TITOLI COMPLETATI

1 The Last of Us Parte II: la mia opinione su questa Parte Due non era stata esattamente positiva, tanto che giunto ai titoli di coda era sopraggiunta un po’ di delusione. Complici sicuramente le aspettative, The Last of Us Parte II non era riuscito a convincermi a pieno. Questo, però, era l’anno scorso. Ora, dopo più di un anno e sapendo già cosa aspettarmi, devo ammettere che il mio giudizio è leggermente cambiato… in positivo. The Last of Us Parte II mi è piaciuto di più stavolta, forse perché mi sono concentrato maggiormente sul gameplay e meno sulla trama/narrazione, che ritengo ancora così così, nonostante resti gradevolissima e mi abbia appassionato più dell’anno scorso. Come dicevo, a ‘sto giro ho apprezzato soprattutto la giocabilità. Gli scontri mi hanno dato più soddisfazione e mi sono sentito più coinvolto; tutto ha funzionato meglio. È stato davvero piacevole riscoprire il titolo e goderne quasi a pieno, come, purtroppo, non feci la prima volta. Un’ottima esperienza.

2 God of War (2018): un’altra esclusiva PlayStation 4 che ho iniziato subito dopo aver finito The Last of Us Parte II. Al contrario di quest’ultimo, però, su God of War non ho particolari appunti da fare. Si è dimostrato un gioco gradevole e complessivamente coinvolgente, anche se a tratti la noia ha preso il sopravvento, soprattutto in vista delle battute finali. Bene o male, direi che il mio giudizio resta in linea con quanto dissi a suo tempo.

3 The Legend of Zelda: Breath of the Wild (versione Wii U): questo Zelda è davvero strano. Quando l’ho ripreso in mano l’ho trovato un po’ più impegnativo di quanto ricordassi e mi stava quasi passando la voglia di andare avanti (complice il fatto che la levetta analogica del GamePad si è mezza scassata con il tempo rendendo il controllo impreciso e spesso frustrante). Poi mi sono messo dietro seriamente e tutto è andato liscio. Tuttavia, devo ammettere che Breath of the Wild non è riuscito a entrarmi nel cuore come hanno fatto gli altri Zelda. Ottimo gioco, ma manca qualcosa. A suo tempo ne parlai approfonditamente in un articolo. Anche in questo caso, direi che più o meno il mio giudizio è rimasto invariato.

4 The Legend of Zelda: The Wind Waker HD (Wii U): finito Breath of the Wild ho rimesso su l’altro Zelda che ho per Wii U, ovvero l’intramontabile The Wind Waker. Peccato anche qui per il problema con l’analogico che ha reso l’esperienza poco confortevole, ma nel complesso è andata bene. The Wind Waker resta un signor Zelda, malgrado possa definirlo come forse il più “inconsistente”. Piacevolissimo da giocare e da vedere ancora oggi, giunto ai titoli di coda mi ha fatto venire i brividi, non scherzo. L’effetto nostalgia ci ha messo del suo. Poetico!

5 Red Dead Redemption II (Xbox One): per me la grafica conta, sì, ma ci sono cose certamente più importanti. Cazzarola, però, posso dire che Red Dead Redemption II è tecnicamente la cosa più impressionante che ho visto fino a oggi? Non ho la nuova Xbox o PS5, quindi non mi esprimo sui nuovi titoli, ma Red Dead Redemption II è l’unico gioco che ancora oggi riesce a farmi esclamare “wow, pazzesco!” durante una sessione. La magnificenza visiva vale il viaggio, insieme a una buona storia (anche se a tratti pesantuccia) e un gameplay che fa il suo dovere. Lo dissi all’epoca: Red Dead Redemption II è un capolavoro. Ed è veramente lungo. Verso la fine mi stavo un po’ annoiando… non finiva più! Ancora oggi un’opera mastodontica.

6 The Legend of Zelda: Twilight Princess (GameCube): dopo la bellezza grafica di RDR 2 ho rispolverato il caro e vecchio GameCube e ho messo su Twilight Princess. Ok, l’impatto (visivo) iniziale è stato traumatico: cazzo se è invecchiato! Diciamo che ho dovuto abituarmici, ma una volta entrati nello spirito giusto è stato fantastico riscoprire uno Zelda che non rigiocavo da almeno una decina di anni. I dungeon restano i più lunghi e complessi della saga (anche se in questo momento non so se li metterei al primo posto della mia classifica) e il finale è tuttora da lacrimuccia. E vogliamo parlare dell’epico scontro finale? Quello di Breath of the Wild non vale la metà. Uno Zelda fantastico con giusto qualche fase calante (come la noiosa raccolta delle gocce di luce).

7 Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo (PS2): nutrivo alcuni dubbi sul fatto che la mia vecchia PlayStation 2 funzionasse ancora e invece funziona! Per la maratona ho deciso di rigiocarmi l’intera trilogia Ubisoft di Prince of Persia, uno dei miei amori di infanzia. Era passato troppo tempo dall’ultima volta che li avevo rigiocati: anche qui, si parla di circa una decina di anni. Eppure è stato come riabbracciare un vecchio amico. La sensazione di familiarità è stata incredibile: i tasti, i dialoghi, le location, i passaggi di gameplay, ho ricordato quasi tutto a memoria come se non fossero passati dieci anni, ma giusto qualche mese. Incredibile. C’è da dire che i PoP sono forse i titoli che ho rigiocato più volte in tutta la mia vita e mi si sono letteralmente scolpiti nella memoria. Rigiocare Le Sabbie del Tempo oggi su PS2 è stato un viaggio sul viale dei ricordi.

8 Prince of Persia: Spirito Guerriero (PS2): vale più o meno quanto detto sopra per Le Sabbie del Tempo. L’unica cosa è che mi ricordavo più soddisfacente il combat system, nel senso che rispetto a Le Sabbie del Tempo mi ricordavo uno stacco nettissimo in termini di varietà e possibilità (lo stacco ovviamente c’è). Oggi mi è sembrato un po’ noioso e non poi così vario come ricordassi. Grande titolo, in ogni caso… E vi ricordate che il Principe era doppiato da Gabriel Garko? Aiuto!

9 Prince of Persia: I Due Troni (PS2): stesso discorso di Spirito Guerriero. Il gameplay mi ha un po’ annoiato alla lunga. Principalmente per due motivi: me lo ricordo quasi a memoria e rifarseli tutti e tre in fila non ha aiutato. Detto questo, gioco fantastico. Una trilogia che ha segnato la mia infanzia e che resterà sempre nel mio cuore.

10 The Legend of Zelda: Skyward Sword (versione Wii giocata su Wii U): un altro Zelda… e che Zelda! Lo ripeto anche oggi come feci a suo tempo: impugnare la Spada Suprema e mimare i fendenti con il Wii Mote è decisamente più appagante e coinvolgente che premere un tasto. Adoro Skyward Sword per questo motivo, ma anche per i suoi dungeon (e boss), veramente ottimi. Quelli di Twilight Princess li avevo sempre considerati il top, ma ora come ora non saprei dirlo. Forse quelli di Skyward Sword sono costruiti meglio e sono più appaganti. Di sicuro il gioco ha i suoi problemi: una certa ripetitività in alcuni aspetti (location, il Recluso, la noiosa raccolta delle lacrime stile Twilight Princess) e la mancanza di un mondo da esplorare liberamente (non c’è neppure il ciclo giorno e notte), ma cavolo se è bello. E ancora oggi è piacevole da vedere. E sono passati dieci anni anche qui. Bado miglior personaggio. Uno Zelda epico e davvero soddisfacente.

11 Beat the Beat: Rhythm Paradise (per Wii giocato su Wii U): non chiedetemi perché, ma questo gioco mi è tornato in mente e ho deciso di rimetterlo su. Lo giocai a suo tempo per farne la recensione su SpazioGames e da allora non lo avevo più preso in mano. Ci ho giocato due giorni giusto per risbloccare tutti i minigiochi, ma cazzo se è difficile! Da salite di nervoso alle volte. Nel complesso comunque è talmente stupido e scemo che risulta spassoso e divertente ancora oggi.

12 Metroid: Other M (per Wii giocato su Wii U): all’epoca mi catturò in una maniera incredibile. La storia non sarà il massimo, ma mi aveva davvero coinvolto e il gameplay era semplice, ma divertente. Ho sempre ritenuto Metroid: Other M un titolo sottovalutato, che avrebbe meritato un riconoscimento maggiore. Da allora è passato un po’ di tempo e oggi il gioco non mi ha appassionato come fece nel 2010. Resta comunque un progetto interessante, gradevole e a mio avviso un po’ sottovalutato (per me è inutile fare un confronto con i Prime). Me lo ricordavo più difficile però: l’ho finito in circa sei ore.

13 The Order 1886: dopo Other M sono tornato su PS4 per rifare l’opera di Ready at Dawn. Che dire? Abbastanza noioso. Non mi ha preso molto, anche se la qualità grafica è ancora oggi notevole e il gameplay complessivamente passabile, ma troppo basico. Diciamo che The Order poteva essere una bella base di partenza per costruire qualcosa di davvero buono. La trama è un nì, ma l’universo creato è interessante e forse avrebbe meritato più fortuna. Non sento il bisogno di un sequel, però se un giorno un seguito uscirà forse non direi di no.

14 Until Dawn: altra esclusiva PS4 giocata credo sei anni fa… fino a oggi. Non mi ricordavo assolutamente il problema dell’audio legato ai dialoghi: porca vacca se si sentono di merda. Un vero peccato. Il gioco non è male, ma a ‘sto giro ho fatto più schifo della prima volta (ho fatto crepare più personaggi). Me lo ricordavo abbastanza bene, quindi la trama non mi ha sorpreso e mi è scivolata un po’ addosso. Comunque ogni tanto titoli di questo genere fanno bene. E all’epoca lo feci giocare pure a mia mamma!

15 Resident Evil 4 Wii Edition (giocato su Wii U): non ricordo di preciso in che anno lo giocai la prima volta, lo recuperai per Wii dopo l’uscita (quanto dopo? Eh boh). Se tipo più di dieci anni fa (più o meno) me ne innamorai, oggi direi che mostra il fianco a qualche acciacco. Niente di serio, per carità, ma forse le meccaniche hanno fatto il loro tempo. Resta un grandissimo titolo sia da giocare sia da vedere (tecnicamente era qualcosa di incredibile) e tornare nel villaggio è sempre un piacere. Grande gioco, anche se mi ricordavo una longevità di circa venti ore. Questa volta l’ho finito in dieci ore e mezza, ma c’è da dire che vale un po’ il discorso dei Prince of Persia: nonostante gli anni passati l’esperienza è stata davvero famigliare, anche se me lo ricordavo meno action e più survival.

TIRANDO LE SOMME

Quindici titoli finiti uno dietro l’altro da circa il 7 agosto 2021 all’una di notte di oggi, primo settembre 2021, ovvero circa venticinque giorni di gioco intensivo. Personalmente, credo si tratti del maggior numero di videogiochi che ho completato in successione, almeno al momento di scrivere queste righe. Se sopravvivrò abbastanza a lungo, magari un giorno farò un’altra maratona di questo tipo per superare il “record”. Ci sarebbe anche la maratona di più ore di fila di gioco. Da piccolo feci una maratona di quel tipo e giocai penso sulle sei ore di fila, quindi direi che si può fare decisamente di più. Voi vi siete mai cimentati in maratone videoludiche?

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