Maestre alle Mamme: “Puniteli con i videogames”

È recente l’avviso shock delle avanguardie della scuola materna di Rovello Porro in provincia di Tusiffesso.

Quante volte abbiamo sentito alla TV i TG parlare degli effetti negativi dei videogiochi, sembrava che ci bastasse voltare le spalle un secondo e in un attimo un giovine giocatore diventava una delle cose più orribili del pianeta, un vero e proprio GINO. Sappiamo benissimo infatti quanto giochi come Pokemon GO abbiano creato danni celebrali terribili e senza rimedio, per non parlare della dannazione eterna inflitta da moltitudine di chiese.

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E invece a quanto sembra anche la psicologia moderna si sta piegando sempre più all’eminente progresso nell’educazione ludica. Sarà perchè Tusiffesso suona più come un insulto che ad una provincia? No. Sono M*rda, Coz*a e Lagn* (nomi non completi per motivi di privacy) le motivazioni principali per questa nuovo sistema educativo.

Merd* ci confessa: “Ci eravamo stufate di sentirli dire che piuttosto che stare a lezione, avrebbero giocato a “Barbie Magie di cavallo” è pensando al cavallo che alla fine abbiamo avuto l’idea

C*zza ribadisce: “Ma no non il cavallo, ai giochi con il cavallo!”

L*gna interviene:”Insomma li abbiamo presi in parola! L’attenzione ora è salita almeno del 200% in classe, è bastato costringerli in una stanza per 89 ore con il suddetto gioco. Con il benestare dei genitori, un piccolo compromesso per la loro educazione eterna è stato dire che erano in gita. Ma tanto nessun genitore se n’è accorto quando abbiamo detto che gli levavamo i marmocchi dalle scatole per tutto quel tempo. Firmano sempre senza guardare i fogli delle gite“.

Non ci è stato spiegato come funzionasse questo videogioco “Barbie Magie di cavallo” ma sembra aver convinto gli alunni di Rovello Porro dopo una discreta “Full immersion” a dover rispettare finalmente la tanto bistrattata autorità educativa. Il messaggio alle mamme appare chiaro quindi. Volete fare un uso educativo dei videogames?! Il terrore digitale è un’arma da usare tanto quanto il ricatto affettivo dei vostri figli che vi dicono “Ti do un bacino se mi compri…”.

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