L’Alieno, Videogame Inception!

Nota: l’articolo è stato gentilmente tradotto dalla segreteria spaziale di Attenti a Quei Gamer e potrebbe non essere al 100% fedele alla relazione dell’autore. Concetti estremamente complessi sono stati semplificati e tradotti da menti… umane. Potrebbero essere presenti errori.

In una galassia lontana lontana c’è un luogo, un pianeta che sulla Terra è chiamato con uno di quei nomi assurdi dati da uno scienziato sveglio da ventiquattro ore che monitora lo spazio, imbevuto di caffè. Il suo telescopio è uno dei più potenti della Terra eppure egli percepisce i pianeti dalle radiazioni riflesse, il riflesso di 98457B è debole, è riscaldato da una stella vicino all’esaurimento del suo nucleo. Questa stella è lontana chissà quanti anni luce quindi magari quello che stiamo osservando è quasi la fine di questo pianeta, ma si potrebbero avanzare ipotesi di una vita su di esso data la distanza dalla stella. Gli umani non sanno che in questo luogo remoto, in un edificio costruito con un materiale a noi sconosciuto studiano degli esseri molto particolari.

Frans Snik’s model of the VLT is set against a background photograph from the actual telescope site in Chile’s Atacama Desert, with the Milky Way rising majestically into the sky above.
                                                      Nulla di strano in questo telescopio °_°

L’Alieno ci induce in visioni di un suo antico passato galattico, vissuto a scandagliare come la nostra razza i dubbi e le incertezze cosmiche. Una università futuristica è l’immagine che ci appare, ma lontana dai nostri canoni di coinquilini di merda o Erasmus, qui si parla di una forma avanzatissima di simulatori di vita reale. Queste razze aliene pare siano riusciti in un intento fenomenale, utilizzano il loro cervello come base per un avanzato sistema di simulazione neurale, non usano altro che un supporto calcolatore con le più avanzate statistiche e leggi della fisica, chimica, ed ingegneria. È un cervello senza dubbio superiore a quello umano ma il loro corpo è debole e fragile, la gravità minore di quella della Terra li rende gracili e più adatti allo sviluppo di capacità mentali.

Il simulatore è come una mente unificata, la loro socialità non ha da tempi primordiali rapporti fisici, ma la loro riproduzione avviene tramite una ciclica ovulazione già feconda, c’è da dire che su questo L’Alieno trasmette una empatica forma di gelosia. Poiché non soffrono particolarmente di patologie date dalla sedentarietà, (anzi meno si avventurano nel mondo meglio è) questo simulatore è l’apparecchio perfetto per socializzare e mantenere la pace, il confine finisco spingeva le loro prime tribù ad orribili guerre, assurdi bisticci dall’aria epica, al loro posto combattevano prodigi della meccanica dalle loro fattezze, queste guerre hanno cancellato intere popolazioni, la guerra non sembra essere prerogativa dell’essere umano.

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Ma L’Alieno non sembra mostrarci queste immagini mentali per uno scopo storico o Alienologico (di fatto non sappiamo realmente a che razza e mondo tali informazioni si riferiscano, se davvero esistano o siano semplicemente uno strano esperimento mentale alieno), egli sembra volerci mostrare quanto uno strumento come quello dei videogiochi possa avere un effetto specifico sulla società e quanto la connettività globale cambia un intero pianeta. “Simulando situazioni, sia fantastiche che realistiche ci preparavamo all’incontro del diverso“: Percepiamo telepaticamente. “Non vi abbiamo distrutti con il nostro raggio della morte per questo motivo“, ribadisce: “Eravamo preparati addirittura a delle forme di vita derivate da quelli che voi chiamate tacchini, sembra che con le scimmie vi sia andata un po’ meglio“. È la nostra fisicità il loro chiodo fisso (ovviamente) siamo strettamente legati alla gravità come esseri, siamo meno eterei.

Questo ci ha spinto a scontrarci molto di più di loro, e lo scontro fisico quasi sempre diretto ci ha coinvolto sempre più emotivamente e dal punto di vista delle risorse. Ma con un tono quasi di orgoglio, facciamo notare all’Alieno che stiamo attraversano il periodo di pace globale più lungo della storia. I videogiochi ne sono in parte i responsabili? Chi può dirlo, si può certamente dire che molti conflitti di natura sociale si sono spostati su queste piattaforme. “Sono potenti strumenti di comunicazione che la vostra razza per uno stigma sociale fatica ad utilizzare“; ci viene rimarcato. Ma questo l’avevamo già capito da noi.

Siete ancora guidati da esseri deboli senza una mente aperta alla diversità” ci trasmette l’Alieno, a noi non resta che annuire e scrollare le spalle in attesa di un futuro migliore.

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