Il confine sottile: Indie/Gioco di merda

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“Sviluppatore Indie, Ho bisogno di cibo per sviluppare giochi, avete qualche spicciolo?”

Il secondo decennio del 2000 ci sta regalando le più belle emozioni in campo tecnologico, la pornografia è comodamente mobile, e non è cosa da poco in un mondo di frustrati. I possessori di telefoni da 900€ gioiscono quando al suddetto telefono tolgono periferiche, e si incazzano quando vengono trollati da youtuber, che consigliano di fare un buco con un trapano per sopperire alla loro mancanza. I genitori delle nuove generazioni su wazzup scoprono quello che noi “Nativi digitali” (O quelli metà e metà come il sottoscritto) ci subiamo da una ventina d’anni nei Forum, un mondo fatto di Troll (chi gode nel far incazzare gli altri), Flamers (chi amplifica le litigate nelle chat) e Story Toppers (chi ha sempre la storia migliore da raccontare nel bene e nel male).

Ma siccome noi GAMER siamo esseri superiori e quindi ci siamo portati avanti nella concezione socio/economica di godimento dei beni videoludici, in questi ultimi 10 anni, abbiamo rivalutato un sistema già rinomato al mondo musicale; ovvero, il mondo dell’Indie, che sta per “indipendenti”. “Indipendenti da cosa?!”, Direte voi. Beh, dalle grandi aziende di videogiochi che spesso stringono in una morsa gli sviluppatori per un profitto sacrificando la loro arte. Ma i GAMER non sono mica tutti gamer illuminati che ascoltano adam cacmon! Il nostro istinto è di pretendere dall’industria videoludica, dopotutto noi paghiamo e vogliamo un prodotto di qualità. Viviamo un vero problema Kafkiano! Questo Kafkian, che tra l’altro era uno famoso per le sue seghe mentali, impallidirebbe a questo binomio, Ricerca dell’arte/Poca spesa.

Quindi in nostro soccorso, da dietro i cespugli, fa capolino la Bavosa degli Indie, della quale abbiamo una diapositiva.

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Ok, torno serio. È per questo motivo allora che negli ultimi anni il genere ha preso particolarmente piede. Suonerà banale, ma è chiaro che per motivi economici ci sia una scarsissima probabilità che un gioco indie diventi un gioco di particolare spessore. Alcuni giochi di merda una volta li potevi usare come costosissimi sottobicchieri, ora con l’avvento di Steam, e dei relativi store da console, se te lo compri, marcirà nella tua libreria digitale per l’eternità.

Ma il confine sottile sta tutto nella preparazione e sostanzialmente nel marketing pre-lancio. Un po’ come Avatar, che hanno fatto tanta publicità per poi, diciamocelo essere un film un po’ di merda. Per come la vedo io, c’è 1 possibilità su 3 che un gioco Indie sia decente. E in quella eventualità c’è 1 possibilità su 2 che alla fine il gioco non deluda le aspettative. In sostanza:

Situazione pre-vendita(Alfa e Beta incluse):

– Il team artistico/creativo del gioco ha persone competenti al vertice, riesce a raccimolare qualcosa con Kickstarter o similari, i soldi vengono spesi bene. Il gioco sulla carta è un successo. Ci vediamo alla vendita.

– Il team artistico/creativo del gioco non ha persone competenti al vertice, riesce a raccimolare qualcosa su Kickstarter o similari, i soldi vengono spesi male. Il gioco non va in porto. Non esce neanche.

– Il team artistico/creativo del gioco ha persone competenti al vertice, riesce a raccimolare qualcosa con Kickstarter o similari, i soldi vengono spesi male. Il gioco sulla carta è fumoso. Ci vediamo alla vendita.

Situazione vendita:

– Il gioco viene effettivamente venduto, riscuote un buon successo. Le aspettative sono state soddisfatte, in alcuni casi anche superate.

– Il gioco non viene neanche venduto, oppure gli aspetti fumosi del gioco si manifestano in un fallimento che lo affossa o lo rende mediocre.

Appare chiaro quindi, a differenza di chi ha le spalle coperte da aziende giganti, che abbia sostanzialmente la possibilità per lo meno di riuscire a incassare i colpi. Al contempo la categoria Indie rende accessibile a chiunque abbia una idea di poterla realizzare.

La libertà, al caro prezzo di essere un gioco con molti compromessi e additato da una critica pretenziosa come gioco di merda.

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