Al chiaror della luna un dubbio mi ha assalito: videogiocare è considerato ancora da sfigatti? La felina risposta non è cosa semplice. Io, che sono solo un gattaccio, non so con precisione se sia affermativa oppure negativa. Proprio per miao-questo, però, so qual è la risposta, ovvero nessuna delle due.

Sfigato è chi lo sfigato fa
Di questi tempi bui si fa un tanto miagolare di gay, trans, immigrati e gatti vari, ma dei giocatori chi si preoccupa? Nessuno. Io, il Gatto senza Padrone, mi ergo a difesa di quei poveri umani (per una volta tanto) che devono subire le angherie di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti. “Cresci un po’”, “Ancora con quei giochini?”: nel 2017 esistono ancora cani che abbaiano castronerie come questa. Mi cadono i baffi solo al pensiero.
Il problema è che in giro c’è ancora gente convinta che i videogiochi siano roba per bambini, che magari istigano alla violenza, rendono asociali e siano responsabili di tutte le catastrofi naturali (e non). Va miao, ora va di moda il nerd e anche il nero, avete visto il mio bellissimo pelo? Snellisce! Ad ogni modo, se tante sono state le zampate in avanti, la strada da percorrere è ancora lunga e irta di ostacoli. Al di là di YouTuber di dubbio gusto (che fanno più male che bene), personaggi famosi che giocano e promuovono il videogioco come forma d’arte, addirittura politici che tengono riunioni interessanti sull’argomento, l’ignoranza nel nostro paese è più dilagante di qualsiasi genere di cura.
Sfigati sono gli ignoranti
Amici dei mici, io, il Gatto senza Padrone, vi dico: i veri sfigati non siamo noi ma coloro che bollano la nostra passione come un qualcosa di insignificante, privo di qualsi-gatto valore o addirittura pericoloso. Sono un branco di ignoranti, non lo dico con le unghie pronte a graffiare: sono ignoranti perché non sanno quel che dicono, perché non si informano, perché semplicemente non vedono oltre il loro baffo. Per questo, tutti noi, gatti e uomini, dovremmo unirci e valorizzare il videogioco ogni volta che possiamo.

Il problema non siamo noi, non siete voi, sono quelli che miagolano senza sapere, che denigrano una persona solo per il suo passatempo o la sua passione. Perché, meo, ancora oggi non sono rari i casi di ragazzi e ragazze additati come sfigatti, infantili o mentalmente malati solo perché videogiocano. Persino tra i loro stessi coetanei. Dovete evolvervi? No, dovreste evolvervi, ma non ci riuscirete. E allora l’unica cosa che tutti insieme possiamo fare è solo una: aspettare. Il problema è un non-problema: verrà il giorno in cui l’odio per gli uomini verso i videogiochi sparirà, in cui sarà riversato su qualche nuova forma di intrattenimento o chissà che miao altro… ma non è questo il giorno, quindi quest’oggi noi aspettiamo. Pazientiamo, nella speranza di vedere, prima o poi, la luce di quel benedetto giorno dalle fessure dei nostri occhi. Nel frattempo, anche il chiaror della luna regala qualche soddisfazione.
“La pazienza è la virtù dei forti. Coloro che ritengono i videogiocatori degli sfigati (o peggio) sono destinati all’oblio, sono destinati a rimanere offuscati dall’ombra di un futuro fatto di giocatori” – Joker, il Gatto senza Padrone
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