Qualche giorno fa sono passato a salutare Joker, il Gatto senza Padrone. Come al solito l’accoglienza non è stata delle migliori: alcuni croccantini sparsi qua e là, qualche palla di pelo per terra, un po’ di videogiochi di dubbio gusto davanti alla TV e quel gattaccio. Neanche una parola di benvenuto. Solo quella solita aria di indifferenza. Se ne stava lì, appollaiato sul divano senza dire una parola, squadrandomi con occhi fissi, socchiusi e luminosi. Devo ammettere che alle volte sa come sembrare inquietante. Per rompere il ghiaccio l’ho salutato amichevolmente. La sua risposta è stata mordicchiarsi le unghie. Dopo circa un minuto in cui non sapevo che mossa fare mi ha miagolato “Che fai ancora lì? Accomodati”. Mi sono seduto accanto a lui e, dopo aver rifiutato un bicchiere di latte usato, abbiamo cominciato a conversare un po’. A un certo punto il gatto ha sollevato un’argomentazione pertinente al blog: la dipendenza da videogiochi. Esiste o è mera superstizione popolana? In questo genere di domande Joker ci sguazza e quindi mi ha detto “Fatum, dimmi cosa ne pensi… ma no, non ora. Rifletti, raccogli le idee e scrivi un pezzo. Lo leggerò quando sarà pronto, ora devo sistemarmi i baffi”. Così dicendo si è preso e se ne è andato. Ed io, beh, eccomi qua… a scrivere un articolo al posto suo. Che fregatura!

Come ti spaccio i videogiochi
Cosa ne penso della dipendenza da videogiochi? Penso che parlare di dipendenza da videogiochi non abbia molto senso e ora proverò a spiegare perché. Questa dipendenza esiste? Può esistere, certamente, ma nella maniera in cui esiste la dipendenza da cibo o la dipendenza da sesso o dallo sport. Probabilmente non c’è cosa a questo mondo che non possa provocare dipendenza. Diamine, c’è anche chi è dipendente dalle stronzate e non può mai smettere di dirne (sì, dai, ora fate la battuta su di me). Come dicevo, parlare di dipendenza da videogiochi è, a mio avviso, errato. Bisognerebbe parlare di dipendenza da videogioco. Se ci pensate un attimo, praticamente ogni caso di persona “dipendente dai videogiochi” riguarda in realtà un singolo titolo e parliamo quasi sempre di giochi pressoché infinti che stimolano il giocatore attivando meccanismi di assuefazione. Sto parlando degli MMO, ma anche alcuni giochini “innocenti” da cellulare potrebbero attivare quei meccanismi. Seriamente: quante volte avete sentito di un giovine dipendente da, ch’esso, un gioco come The Last of Us o un God of War? Io nessuna. Poi non dico che non ci potrebbe essere il disgraziato di turno che passa le sue intere giornate rigiocando in modo compulsivo fino alla morte un Prince of Persia o un Heavy Rain o magari leggendo/guardando continuamente Cinquanta Sfumature di Grigio, ma lì forse si sconfina nella pazzia più che nella dipendenza. Videogiochi, film, libri, musica, è uguale. Salvo casi specifici, si tratta di una dipendenza fittizia. Ok, i videogiochi possono risultare più coinvolgenti, ma i giocatori non sono dei totali imbecilli: sanno distinguere la realtà dalla fantasia, anzi, spesso si fissano su cose fin troppo tecniche perdendo di vista il divertimento.

Mi fa quindi sempre un po’ sorridere chi accosta i videogiochi alle droghe. Un drogato diviene schiavo della droga, ne vuole sempre di più, agisce compulsivamente e non riesce a controllarsi. È una spirale che non si esaurisce, ma porta a sprofondare sempre più nel baratro. Con i videogiochi, per me, è esattamente l’opposto. Facciamo un esempio. A novembre mi sono “drogato” di Fallout 4. La mia intenzione era propria quella. Era un titolo che aspettavo tantissimo e volevo morirci dietro. L’ho fatto non perché dovevo, ma perché VOLEVO, c’è una “sottile” differenza. Non ho mai perso le mie facoltà mentali (almeno credo), né tantomeno perso il controllo. Se avessi stoppato il gioco per qualche giorno di certo non avrei avuto crisi di astinenza. A ogni modo, ho passato una ventina di giorni giocando per una media di circa dieci ore al giorno (e forse qualcosina in più). Ho finito la storia, ho finito le secondarie, ho scoperto praticamente tutto ed esplorato ogni luogo, ho platinato il gioco, ho rifatto la storia e cambiato scelte, fatto di tutto e di più, ma poi è finita. Non avevo più stimoli per andare avanti. No, nemmeno quelle pallosissime quest infinite. La mia esperienza era conclusa. Era stato fantastico (sì, dai, ora fate la battuta sul fatto che Fallout 4 è un gioco di merda), ma semplicemente non avevo più voglia. Avete mai sentito un drogato dire di non avere più voglia della propria dose? Io no. La maggior parte dei videogiochi ha una storia che inizia e finisce. Detto molto semplicemente, a un certo punto anche il gioco più longevo stanca.

Un drogato non si stanca di drogarsi, magari ci riuscisse! Ma quanti videogiocatori si stancano e smettono di giocare? Tantissimi. Quanti dopo aver passato decine di ore su un gioco cominciano ad annoiarsi e a perdere interesse? Direi quasi tutti. Come si fa a chiamare droga qualcosa che diminuisce il suo effetto assuefacente all’aumentare della dose? Potreste dire che una volta finito un gioco il drogato passi subito a un altro e così via, come da droghe leggeri a pesanti, ma secondo me così la questione diviene un po’ troppo fumosa. Io non sono un individuo mentalmente sanissimo, ma non è che tutti i giorni esce un gioco di mio interesse, alle volte passo intere settimane senza accendere una console, perché semplicemente non ho nulla con cui voler giocare. Ok, la verità è che non ho abbastanza denaro per comprarmi tutto e subito, ma non è che mi metto a spacciare droga per fare soldi con cui poi acquistare dosi di videogiochi. Sarebbe folle, vero? Vero? Poi può capitare a tutti quel periodo in cui il desiderio e la passione calino e non si abbia voglia di giocare, ditelo a un drogato! Per questi motivi credo che la dipendenza da videogiochi esista solo quando si parla di dipendenza da videogioco o meglio, dipendenza da MMO. Titoli che mettono i giocatori nella condizione di dover dedicare tantissime ore per raggiungere miglioramenti e obiettivi inutili. Un circolo infinito che non raggiunge mai una vera meta o una reale soddisfazione. Come la ricerca di qualcosa che non esiste, ma di cui ci si convince dell’esistenza. Forse anche i trofei e gli achievement potrebbero dare effetti simili. Il punto è che li si rientra in casi patologici che nulla hanno a che vedere con la passione.

Ormai buona parte della popolazione mondiale videogioca e preoccuparsi ancora per una fantomatica dipendenza da videogiochi, caro gatto, penso sia futile. Un ragazzo senza particolari disturbi e mentalmente sano, non rischia alcuna dipendenza quando videogioca. Va bene c’è l’online, che ormai spopola. C’è chi gioca solo e soltanto al multiplayer di Call of Duty senza mai stufarsi. Si può parlare di dipendenza? Per me no, magari sono dei futuri pro-gamer (dai Gino, ce la puoi fare!). L’accosterei a un’attività come la palestra o uno sport (d’altronde ora ci sono gli e-sport, no?)… continuo comunque a ritenere gli MMO i videogiochi potenzialmente più pericolosi, potenzialmente eh. E mi raccomando, fate attenzione al calcetto. Conosco un sacco di gente che ne è dipendente e non può più farne a meno. Inoltre, sono molti di più quelli che si fanno male giocando a calcio che a GTA.

La questione è infatti molto semplice. Per essere considerati al pari delle droghe, i videogiochi dovrebbero provocare danni tangibili alla vita della persona che ne usufruisce, un po’ come quel tizio, sempre che sia vero, che ha perso moglie e lavoro per giocare Fallout 4. Ma quanti casi del genere esistono al mondo? Su tutti i giocatori? Direi una percentuale davvero irrisoria, un campione irrilevante. Poi c’è anche da dire che la sua “dipendenza” è durata solo per un periodo limitato. La causa di una fantomatica dipendenza è probabilmente il 99% delle volte da ricercarsi altrove, non nei videogiochi. Cadere vittima di un videogioco è molto più difficile di quanto pensino alcune persone armate di forche e forconi sempre pronte a dare la caccia alle streghe e che magari non possono stare senza la loro puntata quotidiana de Il Segreto. A me basterebbe una puntata di una telenovela o la visione di un singolo cinepanettone per morire di overdose. Ma i gusti sono gusti e non si discute, quindi non venite a rompere le palle a noi se i videogiochi non vi piacciono e non sapete distinguere un cabinato di Pac Man da una slot machine. Perché nella sfera videoludica, c’è un’unica, reale dipendenza, quella da shopping compulsivo, anche detta dipendenza da saldi di Steam. Una dipendenza così subdola che i giochi te li fa solo comprare, mica giocare, ma questa è una storia per un’altra volta…
Concludo citando una frase provocatoria di Joker:
“I videogiochi sono la droga più bella del mondo” – Joker, il Gatto senza Padrone
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Forse non sei dipendente dai videogiochi ma dalle stronzate sì e comunque Fallout 4 è un gioco di merda. 🙂
Io l’avrei scritto meglio, mao! Bel lavoro comunque!
Infatti l’avresti dovuto scrivere te cabrón! 😀