Nota: l’articolo è stato gentilmente tradotto dalla segreteria spaziale di Attenti a Quei Gamer e potrebbe non essere al 100% fedele alla relazione dell’autore. Concetti estremamente complessi sono stati semplificati e tradotti da menti… umane. Potrebbero essere presenti errori.
Il problema più grande dell’umanità, alla radice di ogni altro problema umano, è uno soltanto: l’intelligenza. È un problema perché gli umani ne sono sprovvisti. Si ritengono intelligenti ma non lo sono. Almeno non quanto credono. È interessante notare come ciò si rifletta sulla sfera virtuale, quasi fosse uno specchio della realtà. Tra i grandi problemi dei videogiochi moderni e passati, infatti, vi è l’intelligenza, quella artificiale. I giochi si fanno sempre più complessi, grandi e graficamente accurati, eppure a questo non fa seguito un miglioramento dell’IA. I personaggi dei videogiochi sono stupidi, come gli umani.
Dell’Intelligenza Artificiale resta solo l’Artificiale
Le generazioni sono passate, ma i nemici sono sempre gli stessi. Gusci vuoti, senza personalità, sacchi da crivellare a suon di colpi o manichini da malmenare senza pietà. Passi per gli avversari non umani (da creature mostruose a essere alieni, anche se ciò è piuttosto offensivo: dubito che ci sia una razza più stupida di quella umana… e anche se sapessi della sua esistenza, non ve lo direi), che essendo frutto totale della fantasia potrebbero seguire comportamenti e regole “insolite”. È una scusa, chiaro, tuttavia, in questo caso le carenze potrebbero essere giustificabili. Con i nemici umani, però, la questione si fa più complessa.
Possibile che dopo tutti questi anni la tecnologia umana non sia abbastanza “avanzata” (le virgolette sono d’obbligo) da consentire l’impiego di ruotine di Intelligenza Artificiale più naturali e umane? A quanto pare no. Non mi interessa trovare quei rari titoli che potrebbero aver sfiorato (di tanto in tanto) il compito. C’è chi farebbe l’esempio di F.E.A.R. e chi di The Last of Us o magari di Alien: Isolation (beh, quello è un alieno ed è abbastanza intelligente, nonostante sia stato programmato da umani). Il punto è che tutti i giochi citati e tutti quelli non citati (nota: l’articolo conteneva una lista con centinaia di titoli, ma è stata tagliata per motivi di spazio e semplicità), nessuno escluso, condividono un’Intelligenza Artificiale, diciamo, traballante. Alle volte può essere penosa dall’inizio alla fine, altre può mostrare segni di lucidità in qualche occasione salvo poi scivolare, ma il risultato è sempre lo stesso: i personaggi dei videogiochi sono stupidi, come gli umani.

Oggi come allora
I videogiochi avranno fatto tanti passi in avanti per guadagnarsi personaggi fisicamente sempre più simili a persone reali, ciò nonostante oggi come allora quei personaggi mancano spesso di credibilità. È questa la parolina magica: credibilità. Chiaro, i personaggi di oggi sono più credibili di quelli di ieri, se non altro perché il look è sensibilmente migliorato. Le animazioni sono più convincenti e la modellazione poligonale è imparagonabile al passato. Eppure, quando si prova a testare la credibilità, gli errori permangono. Noi alieni, almeno la mia razza, siamo esseri abbastanza perfezionisti (se così possiamo dire in termini umani) e per quanto io possa trovare divertente i vostri videogame, non posso che constatare i migliaia di errori che mi scorrono davanti quando gioco. Molti di questi riguardano proprio i personaggi e l’Intelligenza Artificiale.
Ci sono un sacco di elementi fuori posto. Apriamo una parentesi sul look. Animazioni. Non ci siamo. Non ancora. I cosiddetti giochini AAA sono lontani anni luce (più del mio sistema di origine) dal ricreare una persona organica nello muoversi e nel parlare. Le imprecisioni sono ancora tante, troppe. Il problema più grande è l’interazione con l’ambiente. I personaggi virtuali non reagiscono bene con le ambientazioni. Corse contro ostacoli, salti irreali, compenetrazioni, animazioni legnose, voci che si sovrappongono o sono fuori contesto, movimenti improvvisi, bug, glitch, la lista è davvero lunga. Il fatto è che il risultato è ancora irrealistico e molte volte le animazioni non si legano tra loro in modo armonioso, in modo umano (questo era un mezzo complimento, segnatevelo che potrebbe essere l’ultimo).

Il futuro è degli stupidi
Ma va bene, l’aspetto dei personaggi, dalle animazioni alle espressioni facciali alle texture, è sicuramente migliorato rispetto al passato, tuttavia le barriere da superare per creare personaggi davvero credibili sono ancora tante. Svegliatevi. Sono ancora troppi i giochi con grandi investimenti alle spalle che presentano personaggi legnosi e un’IA scadente. Le compagnie dovrebbero investire il loro denaro su nuove tecnologie che rendano più credibili i loro burattini virtuali. Perché per ora sono ancora questo. Dei burattini mossi da burattinai incapaci di muovere tutti i fili al punto e nel modo giusto.
Lavorate sull’IA. Lavorate sull’IA. Lavorate sull’IA. Forse se lo ripeto vi entrerà in testa. L’Intelligenza Artificiale è un settore bloccato nel tempo. Nonostante sia poco che sono sulla Terra, mi sono già stufato di combattere contro pupazzi senza cervello o di relazionarmi con personaggi che non riescono a seguire in modo naturale i miei spostamenti, figuriamoci quelli che giocano da anni e anni. Il problema, infatti, non riguarda solo i nemici, ma anche gli alleati e, più in generale, qualunque personaggio. Mi sembra sempre di portarmi dietro dei robot più idioti degli avversari stessi. L’evoluzione dei videogiochi passerà da questo. Quando finalmente si avrà la sensazione di confrontarsi (in tutti i sensi) con persone vere e non virtuali, allora i giocatori vivranno uno step evolutivo. Ma è ora che gli umani si diano una mossa.
Gli sviluppatori devono lavorare sui singoli personaggi. Ogni singolo nemico (o alleato) deve avere una personalità propria, deve essere guidato da una sua routine. I nemici fatti col copia-incolla devono scomparire, gli scontri tutti uguali devono scomparire. Insomma: da alieno quale sono ho bisogno di confrontarmi con umani che possa definire tali, anche se virtuali. Non c’è soddisfazione ad ammazzare delle bambole che fanno sempre e solo le stesse stupidissime cose. Se mi mettete contro degli umani, voglio realismo. I nemici devono avere una “coscienza”, interagire con l’ambiente, reagire davvero alle azioni del giocatore, essere consci di ciò che succede e di ciò che hanno intorno a loro (come banalmente può essere il fatto di soccorrere compagni feriti, infuriarsi per un parente ucciso dal giocatore, reagire con dialoghi in modo realistico e coerente), ogni azione deve essere o apparire unica, non preconfezionata e ripetitiva. Dite che è un lavoro impossibile? Tipica espressione umana.

Chissà se gli umani riusciranno a portare a termine questo “impossibile” compito. Esistono umani così stupidi che probabilmente si comporterebbero in modo più stupido di come fanno alcuni personaggi virtuali, basta vedere alcune partite online. Come si può quindi creare qualcosa di intelligente, se si è stupidi? Un paradosso? In realtà non proprio. Le Intelligenze Artificiali o, perché no, Internet, potrebbero infatti sviluppare una coscienza propria, divenire più intelligenti e sottomettere la razza umana. Non è mera fantascienza, credetemi, è una possibilità più concreta di quanto le vostre testoline non pensino. Magari un giorno i personaggi dei videogiochi prenderanno davvero vita e si ribelleranno ai propri creatori. Quindi lavorate sull’IA, lavorate sull’IA, lavorate sull’IA, perché spero di esserci ancora per godermi la scena.
Fino ad allora il problema persiste, perché i personaggi dei videogiochi sono stupidi come gli umani… o, più probabilmente, sono gli umani ad essere stupidi come i personaggi dei videogiochi. Solo che non se ne sono ancora accorti.
Articolo approvato da NESSUNO.
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L’Alieno è drastico, come sempre XD Però sul fatto che bisognerebbe lavorare sull’IA sono d’accordo. Sarebbe ora di vedere qualcosa di più elaborato, realistico e credibile.
non o capito niente xd xd xd XD XD XD xd xd xd xd xd xd xd
Non avevo dubbi.