Tra una leccata e l’altra del mio lucidissimo pelo color cioccolato fondente, i miei stretti occhi hanno incrociato le notizie riguardanti le dichiarazioni di Phil Spencer sui giochi single player. Miaone, in due baffi: i titoli in singolo non trainerebbero il mercato, al contrario delle produzioni votate al multiplayer online. E dunque, è questo il destino che ci attende, un futuro fatto di multigiocatore?
Single o multi, questo è il dilemma
L’argomento è mucho interessante, non siete d’accormiao? Perché è vero o non è vero che sono i giochi multiplayer a tirare avanti la baracca? In fondo in fondino, forse è proprio così. Povero meo, l’industria dei videogame preferirà or dunque abbandonare le avventure in solitaria in favore delle guerriglie in compagnia? Conoscendo Fatum, si starà cacando nelle mutande solo a immaginare uno scenario simile, mentre al nostro amico Gino non farebbe né caldo né freddo. Per miao (!) non fraintendete le mie feline parole: non intendo dare dei bimbiminkia agli amanti del multiplayer, giammai. I gusti sono gusti, i peli sono peli, ciascuno il suo. Dall’alto della mia pelosità non disdegno né l’uno, né l’altro. L’importante è la qualità del gioco.
Il timore di un futuro funesto per i giochi single player è fondato? Ahinoi, non è facile dirlo. Prevedere una cosa simile è certamiao difficile, persino per un gatto lungimirante come me… o Michael Pachter. Io, il Gatto senza Padrone, vi dico: no, i giochi single player non moriranno.
Bio-diversità
Forse più di altre cose, i videogiochi possono sfoggiare una diversità invidiabile. La varietà che è stata raggiunta è da leccarsi i baffi. Single player, multiplayer, indie, AAA, mobile game, free-to-play (no, questi no, andrebbero estirpati) e un parco di generi ricco e florido permettono al videogioco di accontentare tutti i palati, dalle opere più artistiche a quelle più commerciali. Mao, è questo il punto: i peli sono peli, a ognuno il diritto di avere quello che vuole. Sì, forse gli sviluppatori continueranno sempre di più ad inserire il multiplayer anche quando non è necessario, forse qualcuno preferirà buttarsi su qualcosa di meno rischioso di un gioco in singolo, ma l’importante è che la varietà continui a soddisfare sufficientemente ogni tipo di videogiocatore. Al di là della massa, anche la nicchia vuole e deve avere la sua parte.
A-mici, Phil Spencer ha ragione: i giochi single player non hanno lo stesso appeal dell’online. Un gioco in singolo viene giocato (ma solo nel migliore dei casi) e poi abbandonato o rivenduto a qualche gattaccio, i giochi multiplayer durano nel tempo. Questo non significa che gli sviluppatori debbano smettere di offrirci esperienze emozionanti, appassionanti, divertenti da vivere in solitaria. Una bella storia (perché anche i videogiochi sanno dire qualcosa) da vivere da soli vale quanto un divertente e competitivo multiplayer. Di più? I peli sono peli, a ciascuno il suo. Ma non c’è miao che tenga: il single player deve continuare ad esistere perché il videogioco sia davvero completo.
“I giochi single player non moriranno… ma se mai ciò dovesse accadere, allora con loro morirà anche un po’ il videogioco, allora con loro moriranno un po’ anche i giocatori” – Dall’apocalisse secondo Joker, il Gatto senza Padrone
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Impossibile che spariscano, anche perché se un giorno spariranno io probabilmente smetterò di giocare, cioè una cosa impossibile, cioè un paradosso, quindi è… impossibile. 😀