È facile trovare giochi con cui passare piacevolmente un po’ di tempo, ma quando si tratta di scendere più in profondità è inevitabile che la cerchia si restringa notevolmente. In ogni caso la questione è una di quelle che più soggettive non si può. Io sono tra quelli che passano tranquillamente sopra difetti tecnici o di gameplay se vengono ripagati emotivamente. Così mi sono chiesto: quali sono stati (fino a ora) i giochi che più mi hanno emozionato? Mi sono venuti in mente questi titoli.
Nota: non si tratta di una classifica (probabilmente la lista è anche incompleta). Mettere in ordine emozioni anche molto diverse tra loro mi era impossibile.
Heavy Rain
Via il dente, via il dolore. Il Troll ci scherza su (o forse no), ma molti odiano veramente i giochi di Cage. Ci sta, non è difficile comprenderne il motivo. Personalmente li ho sempre apprezzati. Pur con i suoi innegabili difetti e i buchi nella sceneggiatura, Heavy Rain riuscì a emozionarmi moltissimo, cosa che sfortunatamente fece poco o nulla Beyond: Due Anime.
The Legend of Zelda
Sì, ma quale Zelda, direte voi? Breath of the Wild? No, e se avete letto cosa ne penso sapete perché, anche se lo spunto per questo articolo mi è venuto proprio giocando l’ultima grandiosa avventura di Link. Pensare a The Legend of Zelda, infatti, mi suscita inevitabilmente emozioni, sensazioni e tantissimi ricordi. Ma tralasciando il fattore nostalgia a livelli “over 9000”, ci sono alcuni capitoli di Zelda che mi hanno segnato più di altri. Ocarina of Time è per forza di cose tra questi e ogni volta che lo rigioco è un tuffo nella mia infanzia (ok, la nostalgia fa buona parte del lavoro, ma non di certo tutto). Poi The Wind Waker, un’esperienza sensoriale con la sua atmosfera marina, soleggiata. Il vento e l’odore di salsedine quasi palpabili, il senso di libertà e scoperta, l’epilogo sul poetico andante. Le musiche fenomenali. Bellissimo. Da giocare ogni estate. Twilight Princess… dico solo: Midna. Tanto insopportabile all’inizio, quanto adorabile alla fine. E proprio alla fine ho rischiato veramente di piangere. Non posso, inoltre, che citare Skyward Sword. Cazzarola, parliamo dell’origine della Leggenda. Un capitolo cronologicamente di importanza vitale che sul finale è riuscito a travolgermi con un turbinio di emozioni.
Fallout 3
Ho deciso di mettere Fallout 3 perché è stato il gioco con cui ho iniziato ad amare veramente il post-apocalittico. Le atmosfere da dopo fine del mondo sono ora nella mia top assoluta. Fallout 3 è stato un viaggio che non scorderò mai. Un viaggio partito male (le prime ore mi fecero letteralmente scagazzare), ma che si è poi trasformato in uno dei migliori di sempre. Mi ha assorbito nel suo mondo. Estremizzando un po’, direi che per un certo periodo di tempo Fallout 3 è stata quasi la mia unica vita.
The Witcher III
Un altro terzo capitolo, questa volta della serie dell’amato Strigo. Non sono un grande fan della trilogia nel suo complesso (men che meno dei libri, mai letto uno), ma The Witcher III è l’eccezionale eccezione. La storia, matura e appassionante, mi ha subito conquistato. Tuttavia, è stato solo verso le battute finali che The Witcher III ha meritato il suo posto qui. Il finale mi ha tramortito, lasciandomi un grande vuoto dopo tutte le ore spese in compagnia di quei personaggi che ho imparato ad amare e conoscere. È stata dura “abbandonarli”, soprattutto Ciri… insomma, come potevo non citare The Witcher III visto che mi sono innamorato di lei?
La trilogia di Mass Effect
L’epico viaggio spaziale di Shepard mi ha accompagnato nel corso di tre intensi capitoli. Gioie, dolori, risate, commozione, epicità, sacrificio, eroismo, mistero, nostalgia, amicizia, amore, Mass Effect è tutto questo e anche di più. Un’esperienza capace di vagliare quasi ogni spettro delle emozioni umane in mezzo a tanti alieni. Molti personaggi di Mass Effect resteranno sempre nel mio cuore. Sì, anche dopo il chiacchierato finale di Mass Effect 3, che personalmente non mi dispiacque affatto. Grazie per tutto Shepard!
The Unfinished Swan
The Unfinished Swan è stato per me quello che per la maggior parte delle altre persone è stato Journey. Purtroppo quest’ultimo non è riuscito a fare breccia nella mia anima. In compenso la sognante e insolita avventura in bianco e nero evocò sensazioni ed emozioni che mi lasciarono di stucco. Un viaggio breve, ma decisamente intenso.
BioShock Infinite
Prendete dei paradossi temporali, aggiungete dimensioni parallele, viaggi nel tempo e magari qualche cosiddetto “mind-fuck” e io sarò la persona più felice del mondo. La storia di BioShock Infinite parte alla grande, poi si arena per un bel po’, ma alla fine esplode con una potenza che definirei sconvolgente. All’epoca “impazzii” rimuginandoci su per mesi e ne scrissi/parlai ogni qualvolta ne avessi occasione, stressando un po’ tutti quelli intorno a me. Non ci furono lacrime o altro, solo un velo di malinconia unito a quell’indefinibile sensazione di confusione, spaesamento e brividi lungo la schiena. In pratica un “Cosa cazzo ho appena giocato?” elevato alla decima. Sensazione che rimane positivamente anche dopo aver chiarito quasi ogni dubbio della storia. Semplicemente geniale.
The Last Guardian
Il meglio viene alla fine? Forse. Come ho detto, non sto facendo una classifica, però The Last Guardian entrerebbe senza ombra di dubbio in una ipotetica top tre. L’ho giocato e rigiocato e ogni volta mi è stato impossibile trattenere le lacrime durante l’epilogo. Devo aggiungere altro? Direi di no, anche perché di The Last Guardian ho parlato un sacco a suo tempo.
Per ora è tutto, se mi verranno in mente altri titoli li aggiungerò o magari scriverò un altro articolo, tipo Part II. Adios!
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