Nota: l’articolo è stato gentilmente tradotto dalla segreteria spaziale di Attenti a Quei Gamer e potrebbe non essere al 100% fedele alla relazione dell’autore. Concetti estremamente complessi sono stati semplificati e tradotti da menti… umane. Potrebbero essere presenti errori.
Tra le tante stranezze umane ce n’è una in particolare che ha attirato la mia attenzione nella sfera dei videogiochi. Certamente non tutti gli esseri umani che fanno ampio uso di videogame sono afflitti da questa sorta di rituale (nonostante ne siano diversamente succubi), ma è indubbio che la percentuale sia sufficiente a renderlo un qualcosa da prendere in considerazione. Ancora di più se vediamo che sono gli sviluppatori ad insistere sulla faccenda. Di cosa sto parlando? Ma come, non lo avete letto il titolo? Alle volte dimentico a quali menti limitate mi sto rivolgendo. Sto parlando dei collezionabili, C-O-L-L-E-Z-I-O-N-A-B-I-L-I. Collezionabili, avete presente? Quelle cose che i pigri programmatori sparpagliano nelle ambientazioni dei loro giochini cosicché voi possiate perdere tempo a raccoglierle. I collezionabili, questo sono: una soluzione pigra.
Barriere da superare
Gli umani producono e fanno una quantità industriale di cose insensate (l’articolo conteneva un elenco lunghissimo di cose ritenute insensate, è stato tagliato per motivi di spazio), però i collezionabili si meritano probabilmente di stare sul podio di quelle relative al mondo videoludico. Forse, e sottolineo tre e quattro volte FORSE, potevano andare bene vent’anni fa. D’altronde tutto inizia in modo grezzo, il punto è che tutto si trasforma ed evolve. O così dovrebbe. I giocatori si vantano delle qualità artistiche dei videogiochi (perfino i gatti ora ne parlano), ma non si accorgono che i creatori continuano a propinare soluzioni vecchie. Sì, i collezionabili sono una di queste. Non ogni cosa è da buttare, ovviamente, tuttavia mi è bastato giocare la maggior parte dei videogiochi degli ultimi trent’anni per capire che c’è bisogno di superare certi ostacoli e arretratezze. Ci sarebbe parecchio da dire, ma per oggi credo che la questione collezionabili basti e avanzi. Non vorrei che la vostra testolina esplodesse.
La caccia ha inizio
Che siano tesori, monetine, piastrine o bandierine (la lista continuava con oltre mille esempi, è stata tagliata perché ritenuta ininfluente) non cambia assolutamente niente. Si tratta in ogni caso di oggetti inutili. È uno spreco totale di tempo per il giocatore, una mancanza totale di fantasia per i creatori, un insulto totale alla creatività. Umani pigri. I collezionabili rispecchiano il vostro essere: sono una soluzione pigra.
La fatica di un giocatore che getta al vento ore della sua corta esistenza per raccogliere degli oggettini virtuali che non hanno alcun fine è esattamente quello che mi aspetto dalla stupidità umana. Non c’è emozione, non c’è divertimento, non c’è soddisfazione, non c’è niente. Una caccia al nulla assoluto. Non c’è senso, pochissime volte c’è dietro un’idea carina di game design, ma è uno specchietto per le allodole. Davvero vi siete divertiti a recuperare tutte le bandiere di Assassin’s Creed o qualsiasi altro collezionabile vi venga in mente? “Ma sì, è un bel modo per esplorare le location” “Sbloccano retroscena sulla trama o ricompense!” Quanta idiozia! Una giustificazione, nulla più. Dettagli sulla trama? Ricompense? Sì, ma perché non optare per soluzioni più eleganti? Pigrizia. I collezionabili, proprio i collezionabili come “cosa”, non hanno senso, robe messe in posti assurdi per far girare sopra, sotto, a destra e sinistra il giocatore, come un imbecille. Io non ci sto: #noaicollezionabili. Dite così, no?
Il problema è che pare che molti umani siano ancora ossessionati da questi collezionabili (oppure si limitano a ignorarli accettandone l’esistenza come fossero ancora normali). È tipico di loro: dare la caccia a qualcosa che non porta da nessuna parte, solo perché non sanno neanche loro qual è il loro scopo. Una caccia al nulla. Una ricerca vana, una perdita di tempo che capiscono essere tale solo quando ormai è troppo tardi.
Credo che non sappiano nemmeno loro il perché dell’attrazione verso i collezionabili. Probabilmente si attiva quel meccanismo volto al raggiungimento della completezza. Un’illusione di appagamento. Non ci può essere un vuoto, devono collezionarli tutti. Che tristezza. Anelate alla perfezione quando non potreste essere più imperfetti. Vi illudete di averla raggiunta raccogliendo i collezionabili di un gioco o sbloccando tutti i trofei/obiettivi, un’altra cosa priva di qualsivoglia utilità reale, soprattutto quelli che richiedono di “trovare tutti i collezionabili”.
Perfezione imperfetta
Se ancora non l’aveste capito, i collezionabili sono inutili e andrebbero debellati dalla faccia di ogni videogioco. Dopo tutti questi anni non è possibile che i giocatori siano ancora legati a questi meccanismi vetusti. L’evoluzione dovrebbe essere progresso. Svegliatevi umani: i collezionabili appartengono all’era preistorica, non servono a nulla se non agli sviluppatori che vogliono farvi perdere più tempo con il loro gioco. Potete trovare tutte le scuse che volete, come quanto siano belli e utili i file audio di BioShock o i textlog di Dead Space, ma non potrete mai cambiare la natura dei collezionabili, perché sono e resteranno sempre una soluzione pigra.
LEGGI ANCHE
– Mass Effect ha il sapore di casa, ma è ancora troppo umano
– Dead Space: horror? Survival? Sparatutto? Chissenefrega!
Grazie per avermi citato. Miao!
cosa the order? xd XD XD XD XD XD XDx xd xd xd xd cmq io non li prendo mai i collezzionabili mi stufo subito xd xd XXD XDXDXDXDXD
In effetti molti collezionabili sono inutili e sono una feature ormai vecchia, ma credo dipenda dal gioco.