Far Cry Primal: primitivo è bello?

Far Cry mi piace. Il primo mi è piaciuto, il secondo mica tanto, il terzo mi è piaciuto molto e il quarto mi è piaciuto. Quindi direi di sì, Far Cry è una serie che mi piace. Su Far Cry Primal mi ci sono quindi buttato senza troppi sbattimenti. Non ho quasi letto nulla del gioco. Mi è bastato vedere primitivi, mammut, età della pietra, arco, lance e figata! Così, anche se ho aspettato un po’, qualche giorno fa l’ho preso, anche per ingannare l’attesa per Quantum Break. Ora l’ho finito e spolpato per bene e posso dirlo: mi è piaciuto.

Prima di The Last of Us... ecco come si sarebbe potuto chiamare Far Cry Primal se non si fosse chiamato Far Cry Primal e magari non fosse stato sviluppato da Ubisoft, ma da Naughty Dog e avesse avuto un altro gameplay
Prima di The Last of Us… ecco come si sarebbe potuto chiamare Far Cry Primal se non si fosse chiamato Far Cry Primal, non fosse stato sviluppato da Ubisoft, ma da Naughty Dog, avesse avuto un altro gameplay e fosse stato esclusiva PS3. Ok.

The First of Us

All’inizio non volevo scrivere nulla su Far Cry Primal, perché forse non ne sarebbe valsa la pena, ma poi boh, ho cambiato idea e alla fine ho deciso di buttare giù qualcosa. In fondo quante volte abbiamo visto un gioco ambientato all’età della pietra? Che non sia qualche strategico alla Age of Empires, intendo. E allora ok, scriviamo qualcosa di getto, come viene viene, un po’ nello spirito del gioco: primitivo.

Far Cry Primal è così, primitivo. Cioè siamo nel 10.000 a.C. e ci sono tribù di indigeni metà uomini, metà scimmie che parlano in una lingua incomprensibile. Ubisoft ha capito come unire l’utile al dilettevole e ha risparmiato un bel po’ di soldi sul doppiaggio. Il gioco è infatti sottotitolato e sinceramente la scelta di creare questa lingua primitiva la trovo molto azzeccata. Non potrei immaginarmi Far Cry Primal diversamente. Vedere degli indigeni parlare come imbecilli e fare versi più ridicoli di quelli che fanno i personaggi di The Legend of Zelda è divertente e favorisce l’immedesimazione. Sul serio, non scherzo.

Minchia guaddi?
Minchia guaddi?

Penso che Ubisoft con i suoi videogiochi detenga un primato, cioè quello di averci fatto vivere (anche se solo virtualmente) tante epoche storiche. Ovviamente mi riferisco ad Assassin’s Creed, ma da Far Cry 3 in poi le due serie si sono in qualche modo legate. Sono molto diverse, ma si percepisce anche lo stesso timbro e i punti in comune non mancano. Solo che Far Cry è più bello e divertente. E quindi era lecito aspettarsi prima o poi che Ubisoft ci portasse nell’età della pietra, ma con Far Cry? Perché? Sembra non c’entrare un razzo con la serie, però fregacazzi e fottesega, funziona.

Arco, frecce e si esce ad ammazzare qualche primitivo

Far Cry Primal è uno di quei giochi che non piacerà mai a quelli come Gino (a cui però è piaciuto Far Cry 3). Non si spara e non ci sono armi da fuoco. Lance, clave, fionde, archi e pietre sono gli unici strumenti per ammazzare laggente. Ho iniziato Far Cry Primal alla difficoltà massima e la scelta si è dimostrata azzeccata: l’esperienza non si è rivelata né facile, ma neanche troppo difficile, permettendomi di godere al meglio del primitivo sistema di combattimento.

L'immagine della copertina del gioco per me è molto bella
Penso che l’immagine sulla copertina del gioco sia molto bella e capace di far cogliere subito lo spirito dell’avventura

Far Cry Primal secondo me dà il meglio quando viene affrontato in maniera stealth. È abbastanza soddisfacente uccidere silenziosamente con l’arco, nascondersi tra l’erba alta (non nell’erba alta! Non nell’erba alta! Lo so che non c’entra una Favaj, ma sarebbe stato figo vedere spuntare un Velociraptor) e magari far azzannare qualcuno dalla propria belva. Gli scontri diretti sono meno divertenti e non so, risultano più ripetitivi, sono un po’ legnosi (ah ah ah! Legnosi…). Però penso che Ubisoft abbia tentato di differenziare il più possibile i combattimenti offrendo un ottimo sistema di potenziamento e creazione di armi e così via. A conti fatti mi ha divertito anche quando tutto si trasforma in rissa.

Takkar conquista Oros

Una delle cose più belle di Far Cry Primal sta nella primitiva ambientazione. Foreste con grandi alberi secolari in cui la luce del sole filtra tra le fronde, tramonti e albe che si specchiano nei ruscelli sgorganti di acqua limpida e pulita, ghiacciai ricoperti di ghiaccio freddo, montagne innevate, cerbiatti e capre che pascolano, tigri, giaguari, uccelli, i maledettissimi tassi, mammut! Tutto bello, tutto figo. Il mondo è vivo di flora e fauna. Primal è un inno alla bellezza della natura incontaminata. L’unico limite che ho trovato a Far Cry Primal è che è un tantino troppo ripetitivo. Anche nell’ambientazione. È bella ed è bello, ma dopo un po’ ho iniziato ad accusare un po’ di pesantezza, dopo l’ennesima clavata, lanciata, frecciata, passeggiata tra boschi tutti molto simili o raccogli questo o quello per costruire questo o quello e uccidi questo o quello… così alcune volte subentra un pizzico di noia, ma la voglia di crescere e la smania di costruire crea una certa dipendenza primitiva e porta a fare le stesse cose fino alla sfinimento tipo cercare pelli di qualche cazzo di animale raro… ok, mettiamo un punto va. In breve: con sessioni di due ore (a volte neanche piene) mi sono sentito già saturo, bisognoso di una pausa, e con me non è una cosa scontata, anzi.

Far Cry Primal attenti a quei gamer
Figo è figo

Cioè Far Cry Primal è ricchissimo di cose da fare e da vedere, ma la trama principale non è pervenuta, vabbè più o meno, si limita a mettere in scena una guerra tra clan. È molto primitiva e ci sta. A conti fatti è gradevole. Quelle sottospecie di scimmie, gli Ucomeminchiasichiamano e gli altri sfigati Avatar del Sole a mio parere sono tribù caratterizzate abbastanza bene. Soprattutto per i “villain”, personaggi abbastanza interessanti, certo è che siamo ben lontani dall’irresistibile follia di Vaas. Far Cry Primal, in pratica, si basa quasi tutto sulle attività secondarie, la crescita del personaggio e del proprio villaggio e l’esplorazione di Oros, terra selvaggia tutta da conquistare.

Non ho molto altro da aggiungere. Far Cry Primal è un gioco figo, divertente, ma forse anche più ripetitivo della norma. Tante cose da fare, tanti collezionabili da cercare (inutili per L’Alieno), belve da domare, robe da cercare e gente da ammazzare, tutto bello, divertente e longevo, tanta roba, ma poca capace di spiccare davvero. Ne è valsa la pena? Assolutamente sì, il gameplay è buono e solido, l’ambientazione e il periodo storico tutti da esplorare e le visioni allucinogene e Urki il pensatore sono una di quelle cose per cui Far Cry made in Ubisoft mi piace un botto.

Bevi sangue, sangue buono, visioni
Bevi sangue, sangue buono, porta visioni

LA RECENSIONE PRIMITIVA SCRITTA NELLA ROCCIA (che è un po’ come scrive Gino) – SALVALA E CONDIVIDILA! Per le prime cinque condivisioni in regalo la protezione invisibile del dio NESSUNO della tribù dei Nessuni.

Far Cry Primal recensione scritta nella roccia attentiaqueigamer

VERSIONE NON SU ROCCIA

Fatum scrivere di Far Cry Primal. Io racconto di Takkar, maestro di belve. Gioco in età di pietre e ossa. Ubisoft no spende pietre per doppiare. Ubisoft porta noi in viaggio di storia.

Far Cry Primal no pistole, no sparare. Legno arma come arco, frecce e lance. Nascondersi buono, combattere meno buono.

Oros bella. Popolo di scimmie e popolo di Sole interessare. Trama no presente. Guerra clan. Takkar uccidere capi di tribù. Takkar conquistare Oros. Fine.

Attività secondarie linfa di albero di Far Cry Primal. Ripetitivo gameplay ma solido come roccia.

Urki pensa Far Cry Primal diverte.

VOTO: tre pietre e mezzo sterco di tasso.

Articolo approvato da NESSUNO.

NESSUNO

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