Un giorno mi sono chiesto: e se i videogiochi non esistessero? Cosa farei? Come vivrei? Riuscite a immaginare un mondo senza videogiochi? La mia passione più grande, uno dei motivi per cui vale la pena vivere, non esiste. La soluzione potrebbe essere molto semplice: se i videogiochi non esistessero, probabilmente troverei altre passioni con cui colmare quel vuoto. Penso per esempio al cinema, l’altra mia passione. Fine dell’articolo, dunque? No. Proviamo a immaginare che questa passione valichi le realtà e che in un universo senza videogiochi (e film va) io non trovassi altro a cui appassionarmi, quale triste destino mi attenderebbe? Ecco tre possibili scenari.
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IL NULLAFACENTE PIÙ TOTALE
Ok, per molti questo lo sono già, ma la verità è che si sbagliano. Qui parlo di nullafacente a livelli più totali. La giornata tipo sarebbe una cosa così.

Sveglia a mezzogiorno. Non lavoro, non faccio niente di niente, vivo a casa con i miei che mi mantengono. Mentre penso alla depressione passa un’altra mezz’ora prima che mi alzi dal letto e mi trascini in bagno per la sciacquata di faccia mattutina. Mi guardo allo specchio con sguardo noncurante: gli occhi sono pesanti e vitrei. Si fa ora di pranzo. Mangio quel che c’è, quando voglio, quanto voglio, ma non me ne importa. La mia vita non ha senso. Mi manca qualcosa, qualcosa che non esiste. Senza quel carburante non ho la forza di fare niente. Non ho stimoli. Passo le giornate a dormire, mangiare quel che capita e guardare programmi di merda in TV. Sono obeso. Mentre faccio tutto questo penso a quanto la vita faccia schifo. Si fa sera e vado a dormire. Fine giornata.
Morte prevista: entro qualche anno per A) Infarto B) Suicidio utilizzando la massa grassa come cuscino da soffocamento.
LO SPERICOLATO
Immaginiamo ora uno scenario inverso da quello del Nullafacente più Totale.

Sveglia alle sette. Mi alzo, corro in cucina e faccio colazione. Mi lavo. Mi vesto e sono pronto per uscire per una nuova avventura. Ho bisogno di placare la mia fame di emozioni incontrando gente di merda e non restando mai fermo. Corro in cerca di funghi, mi alleno nel parkour, guido automobili pensando di manovrare astronavi, faccio scherma immaginando di affilare persone e mostri, sparo al poligono, gioco a softair interpretando un soldato di guerra, vado al laser game proiettandomi in un futuro passato e così via. Non è così male. Mi piacciono anche gli sport estremi. Sono in forma, anche se sempre iperattivo, troppo iperattivo.
Morte prevista: a breve, probabilmente mi sfracellerò al suolo durante una discesa col paracadute (che non si apre) urlando “Sono il re del mondoooohocazzooo!” Splat.
IL KILLER
Terzo e ultimo affascinante scenario.
Sveglia alle… ma quale sveglia!? Dormo sempre con un occhio aperto. Sono addestrato per il corpo a corpo, per le armi bianche e le armi da fuoco. Sono uno spietato assassino. I miei impulsi più barbari non possono essere sfogati in qualcosa che non esiste e questo accresce ulteriormente il mio conflitto interiore. Sono una bomba a orologeria. Metodico ed efficace, ma anche instabile e pronto a perdere la calma in violente crisi di rabbia. Non uccido, massacro. Sono una macchina per ammazzare laggente. Nessun bersaglio è al sicuro. Vivo la mia vita un caricatore alla volta, non mi importa di nient’altro. Però c’ho i big money, ma che me ne faccio se non posso spenderli in qualcosa che non c’è? Ci compro armi, donne, alcool e tatuaggi, eppure non sono mai soddisfatto.
Morte prevista: quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto. Sono quello con la pistola durante una cazzutissima sparatoria alla Quentin Tarantino.

Per oggi è tutto, ma gli scenari possibili sono davvero moltissimi. Chissà, magari un giorno proverò a spremermi le meningi un po’ di più e a pensare a qualcos’altro, magari estendendo il concetto all’intero mondo e non solo alla mia inutile vita. O forse no. Vedremo. Comunque una cosa è certa: la mia aspettativa di vita ora come ora è sicuramente più alta di quelle dei tre scenari descritti, quindi posso dire che i videogiochi fanno bene alla salute.
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