Un caloroso benvenuto ai nostri lettori. Eccoci qui per un nuovo, strabiliante, fenomenale tutorial. Quest’oggi vi spiegheremo come diventare… o meglio, come sembrare, degli esperti di videogiochi in otto semplici mosse. Sì, avete capito bene: SOLO OTTO SEMPLICI MOSSE.
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LE OTTO SEMPLICI MOSSE
1) IL LINGUAGGIO: niente colpisce più di una parlantina disinibita e sciolta e se i vostri interlocutori non capiranno niente di quello che state dicendo significa che siete sulla strada giusta. La terminologia è fondamentale in questo settore. Ci sono poche cose più efficaci di esibire paroloni incomprensibili con sicurezza e disinvoltura. Texture, tearing, lore, fps, bug, lag, glitch, cell shading, MMORPG, Hack’n’slash e così via vanno bene, ma assicuratevi di far esplodere la testa del vostro interlocutore sparando a raffica termini più ricercati come bad clipping, demake, fmv, fogging (ecc. ecc.). Sarà quando in lui subentrerà quel naturale senso di inferiorità, insicurezza e inadeguatezza, quella sensazione di non poter reggere il discorso, che farete credere a tutti di saperne a pacchi. Insomma: mettete tutti a disagio sfoderando discutibili parole inglesi. Non c’è bisogno che il vostro discorso abbia davvero un senso.
2) SOVRASTIMARE LA PROPRIA COLLEZIONE: una delle regole delle pubblicità è di rendere l’oggetto da vendere più bello, indispensabile e attraente di quanto non sia. Vendete la vostra collezione! In senso figurato, ovviamente. Anche se avete una mensola con una ventina scarsa di giochi (alcuni magari neanche funzionanti), non c’è bisogno che gli altri lo sappiano. Ammaliate i vostri interlocutori sulle storie riguardanti la vostra camera da gioco, ma che dico, le vostre camere da gioco! Saloni dei balocchi in cui lo spazio per collector’s edition e cabinati arcade (come quello originale di Pac Man che vi siete comprati in uno dei tanti viaggi in Giappone) non è mai abbastanza. E non dimenticate di parlare della sala museo (ma se volete potete anche vantarvi di aver aperto un museo del videogioco), in cui troneggiano statue a grandezza naturale di icone come Super Mario e bacheche contenenti confezioni originali (e mai aperte, che inebriano ancora con l’odore di nuovo) di tutti i titoli usciti dagli anni ’70 a oggi. E ovviamente anche le console: dal Magnavox Odyssey a PS4 (su Wikipedia trovate la lista non esaustiva). Inventate nomi e sigle per giochi mai fatti e console mai uscite e darete quel tocco di unicità al tutto. Se vi fanno domande dite che si tratta di edizioni ultra limitate che non hanno mai varcato i confini giapponesi e sono state realizzate in una o due copie che vi siete aggiudicati dopo notti insonni e la vendita di un rene al mercato nero. Oppure (dopo esservi fatti sfuggire il nome di gioco/console X per “puro caso”) dite che si tratta di un segreto di stato e che dovrete uccidere chiunque ne venga a conoscenza. E ricordate che una grande collezione ha bisogno di un grande schermo: la sala cinema è un’aggiunta opzionale, ma sempre efficace.
3) MILLANTARE ABILITÀ ECCEZIONALE: un videogiocatore esperto non deve solo possedere un’ottima padronanza del linguaggio e una collezione invidiabile, deve anche e soprattutto essere bravo. Il migliore. Io sono esperto in tutti i giochi della mia collezione. Ripetete questa frase nella mente ogni giorno fino a quando non la pronuncerete con tono così convincente da far invidia al vostro personaggio di Fallout di carisma 10. Raccontate di quella volta che avete partecipato al torneo mondiale di League of Legends, ma vi hanno sbattuto fuori perché troppo bravi rispetto agli altri concorrenti nabbi o di quella volta che avete scalato la classifica online di FIFA per poi perdere tutti i progressi a causa di un bug (ottimo spunto per sfoggiare il punto 7) o magari di quell’altra volta in cui siete stati costretti dalla mafia coreana a farvi battere da un acclamato progamer. Infarcite le vostre storie con terminologie inglesi e piccoli, ma sensati dettagli, aggiungete un sorrisino simpatico e il gioco è fatto. Ci crederanno tutti!
4) MILLANTARE CAPACITÀ DI PROGRAMMAZIONE E NON SOLO: c’è un’altra cosa che dovete decantare a tutti: la vostra capacità di programmazione e le vostre idee rivoluzionarie di game design. Avete sul curriculum solo mezzo livello di un gioco ingiocabile creato con GameMaker che avete realizzato quando avevate dieci anni e pensavate di fare soldi a palate come l’autore di Flappy Bird, che sarebbe uscito solo anni e anni dopo? Chi se ne frega! Siamo in Italia, a nessuno importa di quello che sapete realmente fare, ma di quello che la gente crede sappiate fare. Discutete di sofisticati linguaggi di programmazione dopo aver dato una lettura superficiale su Wikipedia, millantate esperienze in studi come Naughty Dog e soprattutto parlate con entusiasmo delle vostre incredibili idee di game design che rivoluzionerebbero l’intera industria dell’intrattenimento. Ovviamente senza svelare nulla, perché c’è sempre chi sarà pronto a rubarvi l’idea da sotto il naso… anche vostra nonna. Se avete scritto per qualche sito, negate tutto. Un uomo diventa critico quando non può essere un artista e voi siete degli artisti.
5) INCONTRI CON PERSONAGGI ILLUSTRI: quando racconterete una delle vostre storie, non dimenticate di parlare di quella volta che avete rovesciato il tavolo da thè insieme a Shigeru Miyamoto o avete fatto compagnia a Shuhei Yoshida durante l’E3.
6) GIAPPONE: considerato (e solo considerato) la patria dei videogiochi, il Giappone non è più il paese stimato di un tempo. Ora le console escono prima in Occidente e gli sviluppatori giapponesi faticano a proporre idee che suscitino l’interesse mondiale come accadeva anni e anni fa. Fate quindi attenzione da che parte schierarvi: decidete se portare in alto il lenzuolo bianco con la palla rossa al centro facendo leva sul passato di questo grande paese o se piagnucolare dell’attuale situazione, lamentandovi dell’arretratezza degli sviluppatori giapponesi rispetto al mercato occidentale. In ogni caso non prendete vie di mezzo, scegliete una strada e percorretela a testa bassa senza mai voltarvi indietro.
7) SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO: lamentatevi, lamentatevi e ancora lamentatevi. Di cosa? Di tutto. Dei DLC, dei giochi occidentali, dei giochi giapponesi, della morte dei survival horror, di come non ci siano più pizze alle quattro stagioni e di come si stava meglio quando mettevi i dischi e le console erano in orario senza quei duecento aggiornamenti da scaricare via Internet, o quando ci si schierava nella guerra tra SEGA e Nintendo invece di inzuppare i forum di sterili polemiche sui 1080p e i 30 fps. E le sale giochi, le sale giochi! Luoghi mitologici ormai scomparsi. E le belle storie? Non ne fanno più. Ora tutti i giochi hanno il multiplayer, bug e patch da millemila GB già al day one. E il digitale? E i libretti di istruzioni di una volta? E le remaster? Gli AAA? Ricordatevi anche di recensire le recensioni dei recensori con critiche alla critica sulla corruzione dei critici, la morte della stampa brutta e cattiva e le mazzette.
8) INDIE: c’è solo una cosa di cui potreste evitare di lamentarvi, le produzioni indipendenti. Tirare in ballo quel gioco indie a cui hanno giocato tre persone e mezza compresi voi in una discussione su COD o Assassin’s Creed vi darà un’aria da perfetti intenditori. Dopo aver redarguito i vostri amici esponendo la pochezza di gameplay della saga degli assassini, raccontate di quanto sia emozionante la storia di To The Moon e di Gone Home e di come gli sviluppatori indipendenti salveranno il mondo riportando i videogiochi ai gloriosi anni ’80.
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ottima guida, alcune mosse nn sono semplicisime ma provero a seguirle tt per diventare un piu’ esperto di ora xd xd xd XD XD 🙂 :)( 🙂 😉 😉 🙂 🙂 😀 😀 :d 😀 xd xd xd xd
Lol! 🙂