C’era una volta Red Dead Redemption

Questa storia ha inizio qualche Natale fa. C’era una volta un ragazzo che come me non amava i western. Quel ragazzo ero io. E per la cronaca: il genere western mi fa ancora oggi discretamente cagare, nonostante sia l’apoteosi dell’espressione cinematografica per molti e nonostante me ne sia più o meno avvicinato negli ultimi anni. Come? Con alcuni film, ma anche con Red Dead Redemption. Approfittando del fresco annuncio di Red Dead Redemption 2 ho deciso di raccontarvi la mia esperienza con il western videoludico targato Rockstar.

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Il buono, il brutto, il cattivo

Il cattivo sono io. Il brutto è la mia “repulsione” per il genere western. Il buono è ovviamente Red Dead Redemption. Eggià , perché come ho lasciato intendere in apertura io Red Dead Redemption mica l’ho comprato all’uscita. L’ho recuperato solo qualche Natale fa (forse era quello 2014… o quello 2013? Boh, comunque poco importa), sfruttando le festività per farmelo regalare dalla mia cara sorella. Non me la sono mai sentita, infatti, di spenderci dei soldi, considerando l’impronta western molto lontana dalle mie corde. Tuttavia, era sicuramente un gioco da provare.

E così l’ho provato. Che dire? Non mi ha appassionato subito, ma giusto il tempo di entrare in sintonia con il tutto che il coinvolgimento si è rivelato quasi totale. La genialità di alcuni personaggi (come il tizio tipo Gollum!), il fascino del mondo di gioco, la trama (tirata per le lunghe, ma alla fin fine direi degna di un film di Tarantino) e il tocco di Rockstar hanno lasciato il segno. Il finale è una bella botta, ne ho apprezzato soprattutto la messa in scena.

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Per un pugno di dollari

Perché per un pugno di dollari? Che ne so, si parla di western quindi mi andava di intitolare il paragrafo così, senza un motivo particolare. Tornando a Red Dead Redemption ne sono rimasto decisamente soddisfatto, ben sopra le mie aspettative. Ho infatti intenzione di riprenderlo in mano prima dell’uscita di Red Dead Redemption 2, sfruttando la retro-compatibilità di Xbox One. Certo, come tutte le cose non è perfetto. Forse alcuni punti sono tirati un po’ troppo per le lunghe, alcune missioni sono troppo ripetitive e le sparatorie si possono migliorare, tuttavia quando ora penso agli open world non posso che pensare a Red Dead Redemption (e sì, The Witcher 3, anche se è a macro-zone, e ovviamente il mio preferito in assoluto: Fallout 3).

E se penso ai titoli Rockstar che ho giocato, credo proprio che metterei Red Dead Redemption al primo posto in un’ipotetica classifica di quelli più belli. Facendo un confronto con i GTA, una serie di eccellenza nel genere, devo ammettere che probabilmente farei vincere Red Dead Redemption. Anche contro GTA V, che mi è piaciuto davvero tanto. Mai avrei pensato di dirlo.

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Aspettando Red Dead Redemption 2

Breve storia triste, no scherzo, breve storia e basta, che dice tutto quello che c’è da dire: quando ho recuperato Red Dead Redemption (più o meno nello stesso periodo, se la memoria non mi inganna) ho recuperato anche Skyrim, titolo che non era mai riuscito ad attizzarmi particolarmente. Una volta giocati entrambi non avrei saputo dire con esattezza quale dei due preferissi. Forse l’ago pendeva verso Red Dead Redemption, ma anche Skyrim mi aveva appassionato molto. A mente fredda, però, la scelta è davvero semplice: Red Dead Redemption tutta la vita. Del gioco Rockstar, infatti, mi è rimasto un bellissimo e nostalgico ricordo, mentre di quello Bethesda mi è rimasta una sensazione di vuoto e indifferenza. Per dirla in parole semplici: Skyrim per me è tanta quantità con qualità così e così. Mi ricordo solo un’infinità di quest una uguale all’altra. E questo è il motivo per cui mi frega zero di un nuovo The Elder Scrolls, mentre aspetto con un certo interesse Red Dead Redemption 2.

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